A cosa si pensa quando si sente parlare di digitalizzazione dei musei? Se n’è occupato recentemente il report di Symbola, Fondazione per le qualità italiane, “Museum of the Future”, intervistando Javier Pantoja, Chief Digital Officer e Head of Technology presso il Museo Nazionale del Prado di Madrid.

Digitalizzazione è condivisione

“Il futuro del museo sarà digitale” ha detto Pantoja, disegnando un museo “capace di cogliere le opportunità legate alla messa in condivisione delle sue collezioni online”. L’obiettivo, ha spiegato ancora Pantoja, è quello di aumentare l’interazione con i visitatori al di fuori dello spazio della visita. “Per noi è stato davvero importante creare un database digitale delle collezioni, a uso interno ed esterno. E, più di ogni altra cosa, renderlo pubblico senza il pagamento di alcuna commissione. Se non condividi la tua conoscenza, non potrà che scomparire. La condivisione è un’opportunità di crescita. Il processo di digitalizzazione non può che essere un processo di condivisione” ha spiegato Pantoja.

La digitalizzazione è una rivoluzione

Sullo stesso piano si muove anche Google con il progetto “We wear culture”, realizzato attraverso la sua piattaforma dedicata all’arte e alla digitalizzazione delle opere. In questo caso ad essere digitalizzati sono la moda, i costumi e le storie legate alla loro realizzazione: il risultato è un immenso catalogo virtuale con 30.000 tra documenti, foto, video, mappe e percorsi tematici, accessibile da chiunque con uno smartphone. Anche in questo caso si tratta di aprire le porte di un museo rendendolo accessibile anche a chi non ci può entrare. “Una rivoluzione” il commento di Kathrin Elisabeth Price, direttrice del dipartimento digital del Victoria and Albert Museum di Londra. Grazie alla tecnologia usata da Big G “ è possibile studiare ricami e dettagli avvicinandosi agli oggetti come non può succedere, per esempio, con un abito dietro un vetro o con un oggetto in una teca”, ha raccontano Price.

La digitalizzazione richiede professionisti

Una rivoluzione che per compiersi ha bisogno di professionisti in grado di operare, all’interno delle P.A. come delle imprese, nei contesti di riprogettazione dei processi, dematerializzazione, formazione, gestione e conservazione di documenti informatici ed archivi digitali. Competenze acquisibili grazie al Master di I livello dell’Università Niccolò Cusano dal titolo “Dalla Carta al Digitale – Indicizzazione di documenti cartacei, multimediali ed elettronici”, strutturato nel pieno rispetto degli standard normativi internazionali. Il Master della Cusano consente dunque ai corsisti di ampliare le proprie opportunità lavorative in contesti diversi e di proporsi a enti e aziende inserite nei processi di internazionalizzazione come Records Manager, Responsabile della gestione documentale, Digital curator, Responsabile del servizio di conservazione digitale e Responsabile della funzione archivistica di conservazione.

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