PIPPO QUATTRINI: “OGGI IL CALCIO A CINQUE E’ PIU’
FISICO. MEGLIO IERI, TECNICAMENTE…”
Pippo Quattrini, Quando si parla di leggende che camminano e corrono sui campi di Calcio a Cinque, e che hanno infiammato platee, piazze, paesi città, è naturale che il tuo nome esca fuori, alla pari di quelli che abbiamo visto in campo stasera, da Andrea Rubei a Caleca, a tutti gli altri.
Quali sensazioni hai provato a rivedere un gruppo di amici, di buontemponi, e anche di avversari che ti correvano appresso sempre, perché tu eri uno dei più veloci?
“Sicuramente un aggettivo, una definizione che voglio utilizzare per questa gente soprattutto UOMINI. Siamo stati avversari però ti abbracci, ti saluti, racconti, ne hai passate tantissime: con ognuno di loro c’è stata una storia da raccontare. E’ stato veramente un onore essere qui oggi”.
Il dopo-Calcio a Cinque lo hai immaginato. Cosa sarà?
“Beh, oggi non è ancora…dopo. Sono rimasto a Prato: oramai sono 17 anni che sono lì, mi diverto ancora, gioco ancora, faccio un campionato nazionale, soprattutto alleno. Metto a disposizione la mia esperienza a queste nuove generazioni”.
Quindi la favola continua. La prossima festa, fosse anche tra 10 anni, sarà per te?
“NO, non sarà così lontana. Vedrai che ci risentiremo presto”, afferma l’ex giocatore azzurro, sorridendo.
Veniamo in Toscana o la facciamo qui a Roma, magari in un giorno festivo, come è stato oggi?
Sicuramente in un giorno festivo, ma presumo che sia al Palazzetto di Prato”.
Vabbé, ci organizzeremo per venire in trasferta. Senti, l’avversario più difficile che hai dovuto affrontare in tutti questi anni?
“L’avversario come nazionale? E’ troppo facile parlare del Brasile, o comunque in Europa la Spagna. Nei campionati nazionali ai tempi sicuramente erano la Lazio, il Torrino, la BNL di una volta, la Roma RCB, squadre che hanno fatto la STORIA, di questo movimento”.
Quanto è cresciuto il Calcio a Cinque, da quel periodo a oggi?
“Secondo me è uno sport più fisico, oggi. Ma tecnicamente e tatticamente, secondo me, era meglio una volta”.