L’alternanza scuola lavoro, il progetto divenuto operativo negli ultimi due anni scolastici attraverso le disposizioni inserite all’interno della legge 107, continua a far discutere non tanto per l’oggettiva utilità dello strumento didattico in sé, quanto per l’elevato numero di esperienze negative cui gli studenti italiani si sono trovati a far fronte.
Se da un lato va rilevato l’alto grado di soddisfazione da parte del Miur per questa nuova esperienza didattica che porta i ragazzi a calarsi nelle diverse realtà lavorative del nostro paese, dall’altro non può essere ignorato il malcontento di gran parte di coloro che vi hanno preso parte, in molti casi costretti ad orari snervanti, mansioni dequalificanti e, soprattutto, nemmeno lontanamente aderenti al percorso scolastico in corso di svolgimento
L’Unione degli Studenti ha realizzato un’’inchiesta sulla prima esperienza di alternanza scuola lavoro, che ha coinvolto 15.000 studenti delle scuole superiori: il 40% degli studenti che ha risposto al questionario sostiene di avere pagato per fare un’esperienza in azienda. Risulta, inoltre, che il 57% degli studenti ha frequentato percorsi non inerenti al proprio percorso di studi: ad esempio nei licei gli studenti hanno fatto solo fotocopie nei comuni o hanno catalogato libri nelle biblioteche.
Radio Cusano Campus ha contattato la Responsabile nazionale per l’Alternanza Scuola Lavoro di UdS, Aksel Nikaj: “Gli studenti dell’Uds chiedono l’adozione di uno ‘Statuto delle studentesse e degli studenti in alternanza scuola-lavoro’ per garantire la gratuità dei percorsi e l’inerenza al proprio percorso di studi, l’istituzione delle Commissioni Paritetiche, per organizzare insieme ai docenti le esperienze di alternanza scuola-lavoro e chiedono di vincolare le aziende al rispetto del Codice Etico dichiarando l’estraneità ad infiltrazione mafiosa, inquinamento del territorio e sfruttamento dei lavoratori. Noi siamo i primi a riconoscere l’utilità di esperienze di didattica alternativa come può essere l’Alternanza Scuola Lavoro ma vanno inserite all’interno di un quadro definito in cui scuole, studenti ed aziende sappiano cosa fare e come farlo, nel pieno rispetto dei diritti di chi queste esperienze le vive, non allo scopo di apprendere le competenze che attengono ad un lavoro specifico, bensì le dinamiche generali che animano le realtà lavorative: disciplina, puntualità, competenza, impegno, concentrazione. I percorsi di Alternanza Scuola Lavoro vanno rivisti e corretti, implementando le esperienze positive e correggendo quelle meno riuscite”
Intanto l’UDS continua la campagna anche in estate con gli sportelli “Sos- alternanza estiva”. Per ascoltare l’intervista integrale clicca qui sotto