“Il selfie diventa un problema quando impatta col mio Io”, secondo Giuseppe Riva, professore ordinario della Facoltà di Psicologia dell’Università Cattolica, di Milano. Queste alcune considerazioni, sugli usi impropri della moda esplosa dopo il 3 marzo 2014 – data del selfie scattato da Ellen DeGeneres durante la notte degli oscar e visto da milioni di persone – rilasciate durante la trasmissione #genitorisidiventa su Radio Cusano Campus. L’Io è quello che penso, e voglio; il Me è il modo in cui mi vedo. In adolescenza si ha una soggettività ancora indefinita, e il selfie diventa un esperimento su se stessi, un momento di scoperta dei mondi, e delle identità, possibili. Aiuta a decidere chi voglio essere e cosa voglio fare; vedi Selfie, Narcisismo e Identità, edito Il Mulino (www.psicologiadeiselfie.com). Coi selfie mostriamo agli altri quello che non possono vedere, diventano “uno strumento importante a comprendersi, aiutano a rappresentare agli altri la propria immagine di sé”, dice Riva riferendosi all’autoritratto digitale. E non ha niente a che vedere con la patologia narcisista, “il narcisista è una persona che cerca di sottolineare la propria superiorità”, aggiunge il prof. durante l’intervista radiofonica.

Tutt’altra cosa è per gli adulti, “lo fanno, in particolare, per confermare la loro identità sociale, il nostro mondo è un mondo dove le identità sociali sono più fluide rispetto al passato. Un uomo può essere tifoso di calcio, marito, lavoratore. Il selfie sottolinea una parte di sé. Oggi il selfie è uno strumento di facilitazione sociale. Attraverso il selfie, è come se segnalassi all’altro la mia esistenza. Il problema vero è dato da quanti selfie facciamo, e quando altera la vita quotidiana, quando tutto ruota intorno al farsi il selfie, al condividerlo, e io divento il selfie. E’ un problema che riguarda anche i personaggi famosi che usano i selfie per promuovere la propria immagine personale. I commenti ai selfie possono diventare un’estensione del mio essere, questa è una situazione preoccupante. Dobbiamo preoccuparci quando il selfie divento Io” sottolinea l’autore milanese. Scattarsi una foto ogni tanto non è un fatto preoccupante. Diventa narcisismo quando il selfie diventa uno strumento per sottolineare la propria superiorità, il selfie come uno strumento di status. Non è un caso che molti selfie mostrino il fotografato in un contesto particolare, con un personaggio famoso, in un luogo prestigioso. Il narciso sociale fa notare la differenza, agli altri, ovvero a quelli che non sono andati nello stesso posto dove è riuscito ad andare lui” afferma dopo poco Riva.

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