Smart working: “stiamo vivendo la quarta rivoluzione industriale”, ha detto Maurizio Sacconi a #genitorisidiventa su Radio Cusano Campus. Le aziende lo avranno capito, o bisogna fare un disegno? E’ tempo di pensare ai risultati, e non a quanto tempo gli impiegati trascorrono in azienda! Tutto sommato ci sono persone che trascorrono dodici ore al giorno negli uffici senza produrre, e altri che producono in poco! Contano i risultati, il resto è secondario. E’ “il postmoderno dell’articolo 18”, questa è stata la definizione data da Sacconi dopo poco. Peccato per “la Pubblica Amministrazione che probabilmente non si è ancora accorta della terza rivoluzione industriale, ovvero quella informatica”, ha ironizzato il senatore in trasmissione, stamani. E continuiamo a subire le nuove tecnologie, nella vita e nel lavoro, anziché affrontarle. Ma l’ultima novità arriva dalle aule del Senato, che ha da poche settimane approvato il disegno di legge sul lavoro agile, “da non confondere col telelavoro” ha affermato il Presidente della Commissione Lavoro in Senato, all’inizio dell’intervista radiofonica. Cioè, bisogna raggiungere il posto di lavoro, ma non per otto ore obbligatorie probabilmente! Proviamo a capire di più.
“Il lavoro agile è dato da una strumentalizzazione positiva delle tecnologie digitali. Acquista meno importanza la postazione fissa, e l’orario di lavoro si relativizza. L’attività si può svolgere nel perimetro aziendale, o all’esterno di esso, si realizza per fasi, obiettivi, e viene valutato per risultati. Al datore di lavoro non interessa quante ore lavori, ma quali risultati ottieni. E’ la quarta rivoluzione industriale, la più importante delle precedenti rivoluzioni. Non è vero che le tecnologie digitali sostituiscono l’uomo, ne esaltano le caratteristiche, se ben governate. Il contratto individuale deve definire il potere del datore di lavoro di controllare i risultati, il lavoro richiede che il lavoratore apprenda continuamente”, ha aggiunto subito dopo il senatore Sacconi sottolineando i diritti del datore di lavoro, e dei lavoratori. “E’ il postmoderno dell’articolo 18. La Pubblica Amministrazione è resistente al cambiamento, forse non si è nemmeno accorta della terza rivoluzione industriale, quella informatica. Le Amministrazioni Pubbliche devono riorientarsi dai procedimenti ai risultati”, ha sottolineato più avanti entusiasta, il Presidente della Commissione Lavoro Senato. La novità interessa soprattutto madri, donne, o persone che vorrebbero organizzare la mole di cose da fare fuori dalla struttura aziendale. Vi siete mai immaginati a scrivere in riva al mare, o in un altro ambiente naturale suggestivo? Ne guadagnerebbe la salute, e la qualità del lavoro stesso. State pensando di fare una telefonatina al boss?
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