Il Consiglio dei Ministri accoglie la proposta di legge avanzata dal dicastero della Sanità sull’obbligatorietà dei vaccini per l’iscrizione a scuola dei bambini nella fascia di età 0-6. Saranno 12 i vaccini obbligatori senza i quali nessun bambino, con eccezioni chiare e circostanziate, potrà essere ammesso né al nido né alla scuola dell’infanzia. Sono previste sanzioni per tutti quei genitori che si sottrarranno alla vaccinazione con pene pecuniarie e provvedimenti che potranno arrivare fino alla sospensione della patria potestà. Radio Cusano Campus ha contattato Alessandra Ghisla, portavoce del Comitato “No Obbligo Toscana”, per conoscere la posizione di un gruppo nutrito di genitori già attivo sul fronte della mobilitazione, in quanto la Toscana stava muovendo i primi passi per seguire l’Emilia-Romagna nell’introduzione dell’obbligo vaccinale per l’iscrizione a scuola.

Alessandra, la vostra battaglia continua. Dalle velleità toscane all’introduzione dell’obbligo vaccinale a livello nazionale, qual è la posizione del Comitato di cui sei portavoce?

“La Toscana aveva la ferma intenzione di seguire l’Emilia-Romagna nell’introduzione dell’obbligo vaccinale con la diposizione di ben 14 vaccini obbligatori. Da oggi porteremo la nostra lotta a livello nazionale anche se c’è da chiarire una cosa: il decreto dovrà compiere il suo cammino parlamentare e non è detto che non subisca modifiche, anche radicali. Per muovere passi decisi bisogna attendere la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale. Noi ribadiamo di non essere contro i vaccini, bensì contro l’imposizione e la modalità di somministrazione”.

Qual è l’elemento più intollerabile di questo decreto per voi genitori?

“Noi ci limitiamo a ragionare su alcuni elementi di cui si parla volutamente poco. Ripeto, l’obbligatorietà, qualora venisse introdotta dallo Stato a tutela del benessere comune, viene tranquillamente accettata. Pensiamo al divieto di fumare nei locali pubblici, non mi sembra ci sia stata una rivolta dei fumatori. Parliamo però dei bambini “No Responder”, quelli ai quali il vaccino non fa alcun effetto, come ci comportiamo con loro? Gli stessi genitori possono non essere più immunizzati, per non parlare del personale scolastico, per loro chi garantisce? È questo che discrimina ed è questo che non ci convince. Impedire ad un bambino non vaccinato di entrare a scuola non salva tutti gli altri, soprattutto in presenza di casi come quelli sopra citati”.

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