Per le coppie in amore diventare genitori è possibile anche su ordinazione, ovvero pagando una donna che mette a disposizione il proprio utero, e che si impegna ad accogliere un embrione altro, ottenuto attraverso la fecondazione artificiale. Dicesi ‘maternità surrogata’ quella tecnica moderna che aiuta chiunque ad avere figli, anche i single! Il mondo appare diviso sulla questione, e pure in Italia non c’è un accordo univoco sul da farsi. In “Maternità surrogata: un figlio a tutti i costi” di Paola Binetti il punto di vista dell’autrice è chiaro! La deputata parla di marketing della maternità, di messa in commercio del corpo delle donne, e di povertà economica e affettiva di queste stesse. Il lavoro ritorna spesso sull’importanza, per una mamma gestante, di costruire un rapporto col nascituro, anche dopo il parto, cosa impossibile in questo caso! Tra le pagine a seguire si ritorna quasi sempre sui desideri degli adulti, e sulla situazione in cui si trovano, per arrivare a tanto. L’intervista rilasciata a #genitorisidiventa su Radio Cusano Campus è cominciata pensando a chi nasce, e l’onorevole ha ricordato che verso la fine del testo, sfogliando le ultime pagine “pone l’attenzione al diritto dei bambini ad avere una madre e un padre, solidi, duraturi nel tempo, generosi. Amori che si differenzino tra di loro, che si integrino. Sappiamo quanto la mamma può intervenire sulla figura paterna”.
“Maternità surrogata: un figlio a tutti i costi” è suddiviso in tre capitoli, analizza gli effetti che tale tecnica può avere sul nascituro, e quanto la maternità sia una fase delicata per ogni coppia, tanto che i bambini dovrebbero sempre e solo essere allevati dalla madre gestante. “La dialettica tra madre e padre è quello che serve al bambino perché si forgi la sua identità. Il primo diritto del bambino è quello di avere una famiglia. Mi sembra fondamentale che per assicurare questo diritto si torni a ragionare sui diritti delle donne, cosi che lo sfruttamento del femminile finisca del tutto”, ha aggiunto Paola Binetti dopo poco. Le donne che offrono il proprio corpo lo fanno soprattutto per questioni economiche, tant’è che è una pratica molto affermata in Estremo Oriente, dove la situazione economica delle donne è spaventosa. Per loro “fungere da madre surrogata significa permettere ai propri figli di avere un futuro migliore. L’India è un Paese ad alta densità di crescita, e le donne per sopravvivere mettono in commercio il proprio corpo”, dice la Binetti soffermandosi sulle cause principali per cui una donna decidere di prestarsi ad una operazione tanto delicata, e che richiede cure continue. Da un punto di vista scientifico la personalità dei bambini non viene compromessa dal fatto che poco dopo il parto verranno accolti da altre madri, e altre coppie, basti pensare ai “tanti casi di bambini adottati che hanno sviluppato una personalità sana, solida ed equilibrata, ma molti altri hanno portato una ferita per tutta la vita”, sottolinea la deputata UDC. “Una coppia per definirsi tale non ha bisogno di avere un figlio, per forza. Quelli che vogliono avere figli possono adottare. […] Non vorrei essere un figlio acquistato, ma amato” ha affermato durante l’intervista rilasciata a #genitorisidiventa su Radio Cusano Campus spiegando che si pretende di normalizzare una pratica che di naturale non ha nulla.
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L’unica differenza fra un bimbo nato per sesso e uno per GPA è proprio che quello per GPA può stare sicuro che non è nato per caso, nè per errore nè perché si è rotto il preservativo!
Libro evidentemente scritto da una signora che non si è preoccupata di conoscere la realtà, e scritto su pregiudizi e non fatti. Basti citare che le gestanti surrogate normalmente mantengono una lunga amicizia con la famiglia del bimbo e con il bimbo stesso!