La morte di Daniele Piombi ha toccato tutti quanti. Era un personaggio molto amato e molto noto nonostante fosse, nell’ultimo periodo, in una fisiologica fase di calo di visibilità. Nelle occasioni istituzionali, quelle dove contava la professionalità e l’affidabilità, la Rai lo richiamava sempre e lui rispondeva sempre presente col sorriso sulle labbra. La forza di Daniele Piombi è stata anche l’auto-ironia che gli consentiva di scherzare serenamente sul suo poco utilizzo nel piccolo schermo. “Mi tengono sotto naftalina” amava dire. Ora che non c’è più la rete gli tributa il meritato commiato.
Oggi il piccolo schermo ha perso uno dei suoi più grandi protagonisti e cioè Daniele Piombi. La sua classe ed il suo charme lo facevano definire il Signore della TV ed erano la ragione per cui continuava ad apparire come padrone di casa della Rai quando le occasioni si facevano serie ed istituzionali. L’annuncio della sua dipartita è arrivata via web, direttamente dalla sua pagina ufficiale Facebook dove lo staff ha scritto:
“Ciao Daniele, fai buon viaggio”
Daniele Piombi, anche autore, fu inventore degli Oscar Tv – Premio Regia Televisiva. Ecco la sua biografia da Wikipedia:
Daniele Piombi nacque a San Pietro in Casale, in provincia di Bologna, il 14 luglio 1933. Suo padre fu un istruttore del Ministero della pubblica istruzione mentre la madre era una professoressa. Di estrazione borghese, aveva anche un fratello, divenuto un noto avvocato. Dopo aver frequentato le scuole elementari a San Pietro, si trasferì a Reggio Emilia, a causa del lavoro del padre. Qui frequentò il liceo, poi si iscrisse alla facoltà di scienze politiche dell’Università di Firenze, avendo come docente di storia Giovanni Spadolini. Nel 1967 conobbe Mirella, sposata il 6 giugno 1980.
Muore[1] a 83 anni, a Milano il 18 maggio 2017.
La carriera televisiva[modifica | modifica wikitesto]
Il suo amore per il giornalismo e per lo spettacolo risale agli anni dell’università quando iniziò ad esibirsi in riviste studentesche. Deve il suo ingresso nel mondo dello spettacolo all’incontro con un impresario modenese che gli offrì di presentare una tournée dei sei cantanti in gara al Festival di Sanremo 1956: Luciana Gonzales, Clara Vincenzi, Franca Raimondi, Tonina Torrielli, Ugo Molinari e Gianni Mazzocchi, che si esibirono per tutta l’Emilia Romagna.[2].
In quella occasione fu notato da Gian Stellari, il quale lo invitò a fare un provino alla RAI di Torino, dove gli fu chiesto di improvvisare una telecronaca.[3].
Nella seconda metà degli anni cinquanta si trasferì a Milano, dove si realizzavano i maggiori programmi di successo dell’epoca. In questo contesto ha esordito ventiduenne nel programma televisivo Viaggiare, trasmesso dalla Rai nel 1955, condotto in coppia con Renée Longarini, che ha segnato l’inizio di una lunga carriera televisiva e radiofonica, abbandonando definitivamente le ambizioni da giornalista. Il programma, in onda il lunedì sera dopo un film, era una rubrica che informava i telespettatori (o teleabbonati, come allora si chiamavano), sugli orari dei treni, sui nuovi itinerari che offriva l’Alitalia, sulle possibili mete turistiche italiane ed europee, racconti di viaggio, e vari resoconti di manifestazioni locali che si svolgevano in tutto il Paese.[4].
Da quel momento gli vennero anche affidate molte trasmissioni dell’ultimo dell’anno, rassegne e manifestazioni estive, spesso correlate all’ambito del turismo.
Successivamente, il suo nome si è legato a molte importanti manifestazioni canore della televisione italiana: il Cantagiro, Un disco per l’estate, il Festival di Napoli, di cui ha condotto quattro edizioni per la RAI e due per Napoli Canale 21, con la denominazione Festival della Canzone Napoletana e Nuove Tendenze, Piccola ribalta, trasmissione musicale della RAI di cui ha condotto sei edizioni, l’edizione del 1967 del Festivalbar, presentata in coppia con Vittorio Salvetti, e i collegamenti dal Casinò per tre edizioni del Festival di Sanremo, nel 1980, 1982 e 1983.[5].
Nel 1960 ha inventato il Premio Regia Televisiva, manifestazione che attribuisce i cosiddetti Oscar TV, l’equivalente televisivo del premio David di Donatello per il cinema, del Premio Ubu per il teatro, e del Festival di Sanremo per la musica, in Italia. Il longevo programma, da lui condotto a partire dal 1961, partito dall’hotel Astoria di Reggio Emilia, si è svolto negli anni a Salsomaggiore Terme, Sanremo e Giardini Naxos. Dal 1969 al 1984, il premio fu anche promosso sulle pagine di TV Sorrisi e Canzoni, all’epoca diretto da Gigi Vesigna, affiancando così il premio della critica a quello dei lettori. La rivista sponsorizzò il premio fino all’acquisizione di quest’ultima da parte di Silvio Berlusconi, abbandonandolo in favore del neonato Gran Premio Internazionale dello Spettacolo.[6].[7].
Nel 1980 ha preso parte al controverso C’era due volte diretto da Enzo Trapani, programma con Ilona Staller in cui rivisitava in chiave ironica e dissacrante le favole più celebri. Nel 1982 ha condotto il varietà Due di tutto dello stesso regista, dove al presentatore veniva chiesto di fare il verso a sé stesso, con improbabili collegamenti da luoghi termali con finti personaggi dello spettacolo, dimostrando una buona dose di autoironia.
Negli anni successivi ha condotto numerose trasmissioni legate alla musica come Canzoniere italiano e Anteprima Sanremo, e dopo essere stato commentatore per la RAI dell’Eurovision Song Contest 1988, nel biennio 1988-1989 ha condotto due edizioni della manifestazione canora Napoli prima e dopo.
Nel 1990 ha interpretato un presentatore, facilmente identificabile in se stesso, ne I promessi sposi de Il Trio (Marchesini-Solenghi-Lopez). Nel biennio 1992-1993 ha condotto due edizioni della manifestazione benefica Telethon. Nel 1994 ha condotto da Sanremo la trasmissione di Rai 3 Sanremo romantica, insieme a Marco Vigiani.
Nell’estate del 1995 ha presieduto una giuria di vip nella trasmissione di Rai 1 Stelle sull’acqua, condotta da Carmen Russo e Nino Frassica. Nel 1998 ha condotto su Rai 1 Linea bianca, programma dedicato alle località montane italiane.
Il suo più recente impegno televisivo si è svolto per Rai International, dove ha realizzato dieci puntate sul Made in Italy, dedicate agli stilisti, alla moda di gioielli e pelletterie italiani e, nello stesso periodo, ha realizzato il documentario L’itinerario di Colombo nella Repubblica Dominicana, venduto in tutto il mondo.[8]. A partire dagli anni duemila, la sua attività televisiva si è concentrata esclusivamente sull’ Oscar TV, che ha continuato a condurre annualmente, limitandosi per il resto a partecipare come ospite in vari programmi.
Qua invece ricordiamo la morte di Daniele Piombi con un video: