«Ci sono le persone e gli scarti biologici. Io selezionavo gli scarti biologici, quelli più facilmente manipolabili, che avrebbero fatto solo danni a loro stessi e alla società. Li ho spinti al suicidio per purificare la nostra società». Sono queste le parole del 22enne russo Philipp Budeikin, il reo confesso studente di psicologia e ideatore del Blue Whale, attualmente in carcere e non affatto pentito di aver ideato una challenge che ha spinto a suicidarsi quasi 200 adolescenti in tutto il mondo. 

«Non sono pentito di ciò che ho fatto, anzi: un giorno capirete tutti e mi ringrazierete»

Parla così durante un interrogatorio, Philipp Budeikin, accusato di aver istigato al suicidio circa quindici adolescenti, dopo averli adescati tramite Vkntakte, il Facebook russo. Budeikin sarebbe riuscito a convincere centinaia di giovani, i più isolati e vulnerabili, a prendere parte ad un gioco, Blue Whale – di cui abbiamo ne spiegato le regole qui – che prevede 50 prove da superare per 50 giorni consecutivi, fino all’ultima, la più terrificante che ha sconvolto il web: buttarsi dal palazzo più alto della città. In questo modo lo scorso febbraio sono morte Yulia Konstantinova e Veronika Volkova, studentesse di 15 e 16 anni. Così è morta, anche, Angelina Davydova, una ragazzina di soli 12 anni, che si è gettata da un palazzo il giorno di Natale del 2015. Oltre alle regole ciò che colpisce è la freddezza con cui Budeikin ha mandato avanti il gioco perverso e mortifero; gioco che in pochissimo tempo ha avuto una notevole risonanza portando all’emulazione i giovani di tutto il mondo.

«Ho fatto morire quelle adolescenti, ma erano felici di farlo. Per la prima volta avevo dato loro tutto quello che non avevano avuto nelle loro vite: calore, comprensione, importanza»

Philipp Budeikin, l'ideatore di Blue Whale
Philipp Budeikin, l’ideatore di Blue Whale

Attualmente Philipp Budeikin si trova nel carcere di San Pietroburgo, dove ogni giorno riceve lettere d’amore da parte delle adolescenti che aveva adescato sui social e che avrebbe potuto spingere al suicidio, se non fosse stato arrestato. Ad ogni modo non si può parlare di pericolo scongiurato, anzi il suo arresto non ha risolto nulla. Il gioco si è ormai diffuso i tutto il mondo e ci sono tanti altri “curatori” come Budekein pronti a manipolare quegli adolescenti ingenui e bisognosi di attenzioni, pronti a tutto pur di sentirsi considerati da qualcuno.