La settimana degli Invalsi, da qualche anno a questa parte, risulta essere una delle più agitate per il mondo della scuola. I detrattori dei quiz sono sempre di più e possono essere rintracciati tra docenti, presidi e studenti. Il primo approccio con i test di valutazione è avvenuto il 3 del mese in corso e ha riguardato i giovani studenti italiani di elementari e medie. La fascia di età degli interessati non ha portato a considerevoli mobilitazioni, mentre il 9 Maggio è stato il turno degli studenti delle scuole superiori che, oltre a scendere in piazza, hanno affrontato i quiz di italiano e matematica con tanta ironia ed il supporto immancabile dei social network. Radio Cusano Campus ha contattato Daniele Grassucci, direttore responsabile di Skuola.net, portale di settore che ha condotto un’indagine sugli Invalsi appena conclusi e che restituisce un quadro particolarmente variegato tra coloro che lo hanno sostenuto seriamente, coloro i quali hanno copiato e chi ha tentato di boicottarli aderendo ad una delle tante iniziative messe in campo dalle associazioni studentesche.
“Nulla di nuovo sotto il sole, la prova Invalsi delle scuole superiori anche oggi si è trasformata in uno spettacolo (social)mediatico – commenta Daniele Grassucci, direttore di Skuola.net – visto che 1 ragazzo su 6 ha postato foto sui social col telefonino durante la prova. Basta cercare sui vari social all’hashtag #invalsi2017 per rendersene conto”. Ma le premesse non lasciavano di certo pensare a qualcosa di diverso: “Se la prova non concorre nella maggior parte dei casi alla valutazione degli studenti – sottolinea Grassucci – se una buona parte degli insegnanti (poco meno della metà) non ha favorito oppure ha volutamente alterato il risultato della prova suggerendo o facendo copiare, non ci può essere storia. Fortunatamente l’Invalsi ha gli strumenti matematici per rilevare questi fenomeni, ma sicuramente la scuola come istituzione non ci fa una bella figura”.
Per ascoltare l’intervista integrale clicca qui sotto