La chiamano la ninja delle nevi ma non ha nulla a che fare col calciatore della Roma Naingolann. E’ la sciatrice Sofia Goggia che ha appena chiuso una stagione piena di grandi successi. Terza in Coppa del Mondo, bronzo ai Mondiali di Sankt Moritz, 24 anni, bergamasca, Sofia è un esempio anche come grinta perché s’è sempre rimessa in piedi dopo i suoi tanti infortuni. Una donna forte che non rinuncia alla formazione nonostante la via da sportiva tanto che è iscritta all’Università Niccolò Cusano. Conosciamola meglio in questa intervista per capire quanto una campionessa sia tale prima ancora di iniziare una gara ufficiale.

 Sofia, sei testimonial dell’Airc oltre che una campionessa che ha sempre riconosciuto l’importanza della beneficenza. Cosa ti spinge all’impegno nel sociale?
L’Airc è una grande realtà, va aiutata. È un’associazione che raccoglie solo fondi privati e questo è sempre stato il loro segno distintivo. È un onore per me essere testimonial, lo considero un riconoscimento importante, di cui vado fiera.

Il 14 maggio si rinnoverà, in oltre 3.600 piazze italiane, l’appuntamento con l’Azalea della Ricerca: cosa significa per te?
Innanzitutto dico che farò una donazione anch’io. Credo tantissimo in questa giornata e sarà importante esserci.

Cosa ne pensi della ricerca scientifica?
Tutto il bene possibile. Non c’è miglior modo per unire i valori dello sport con quelli della ricerca scientifica.

Nella tua vita hai sempre attribuito un’importanza notevole agli studi. Attualmente frequenti l’Università Niccolò Cusano. Che esperienza è per te?
Mi trovo benissimo con l’Università Niccolò Cusano. Ha un bel format, mi piace. Seguo le lezioni per via telematica. Un modo originale di apprendere qualcosa, in modo differente dalla lettura tradizionale dei soliti libri.

Dopo il terzo posto in Coppa del Mondo, un meritato periodo di riposo. A febbraio le Olimpiadi invernali in Corea del Sud: come ti stai preparando?
Ricevo sempre domande sulle Olimpiadi. Ma io vivo alla giornata. Prima delle gare in Corea ci sono tantissime altre battaglie sportive che mi aspettano. Preferisco concentrarmi su queste. C’è tanto lavoro da fare prima dell’appuntamento di febbraio.

Sei anche una tifosa di calcio. Quest’anno sei andata più forte tu o l’Atalanta, la squadra della tua città?
Bella domanda. Sono due cose diverse, due sport diversi. Diciamo che ciascuno, nel proprio ambito, ha fatto una grande stagione. E vi dico una cosa: il 13 maggio sarò allo stadio per seguire Atalanta-Milan.

Sofia, che tipo sei?
Ho uno spirito competitivo enorme. Quando faccio una cosa, mi piace sempre farla per bene e possibilmente vincere.

Qual è il tuo miglior pregio? E il peggior difetto?
La fregatura sapete qual è? Che i miei migliori pregi sono spesso anche i miei più grandi difetti. Per esempio, sono molto esigente con me stessa. Ma devo stare attenta a non essere troppo severa con… Sofia.

Cosa ci dici degli errori che a volte commetti, che tu stessa hai simpaticamente ribattezzato “le goggiate”?
Ah, le “goggiate” le ho limitate molto. Ma non c’è niente da fare, faranno sempre parte di me.

Qual è il tuo sogno nel cassetto?
Facile: vincere le Olimpiadi. È una cosa alla quale penso fin da quando ero bambina. Sarà dura aprire quel cassetto. Ma io ci proverò con tutte le mie forze.