Il calcio smuove le masse e, di conseguenza, smuove denaro e business. Quello che, più nello specifico, può fare un mondiale in un paese è addirittura cambiare volto alle città. L’anno prossimo toccherà alla Russia ma quale sono le aspettative di questa nazione? Lo spiega l’ambasciatore russo a Roma Sergey Razov che è stato intervistato da Gianluca Fabi, conduttore della trasmissione “Ho scelto Cusano” su Radio Cusano Campus, emittente dell’Università Niccolò Cusano. Ecco cos’ha detto in diretta il diplomatico in merito ai Mondiali di calcio che si svolgeranno in Russia nell’estate del 2018.

Mondiali di calcio in Russia? Fila tutto liscio e le opportunità che aprirà questo evento sono tante. La differenza con le difficoltà nate intorno alle eventuali Olimpiadi a Roma salta all’occhio. Ecco le parole dell’ambasciatore russo a Roma Sergey Razov in merito su Radio Cusano Campus:

Sulla natura dell’evento sportivo: “Senza dubbio si tratta di un evento straordinario che entrerà nella storia dello sport mondiale e del nostro paese –ha affermato Razov-. È la prima volta che la Russia ospita un campionato mondiale di calcio. Nella fase di aggiudicazione ci siamo trovati di fronte a una forte concorrenza, com’è noto aspiravano a ospitare il campionato alcune grandi potenze calcistiche come Inghilterra, Spagna,Portogallo, Belgio, Olanda. Siamo riconoscenti al Comitato organizzatore che in ultima analisi ha dato la sua preferenza al nostro paese e faremo di tutto per organizzare al massimo livello questa iniziativa. Il Campionato del mondo non solo ci offre la possibilità di mostrare al mondo risultati che abbiamo ottenuto nello sport e nelle infrastrutture, le nostre scelte di modernità e innovazione in diversi campi, ma costituisce anche un potente stimolo al rinnovamento interno del calcio nazionale”.

Su come si prepara la Russia: “La Russia, come risulta evidente dai XXII Giochi Olimpici Invernali di Sochi, affronta con grande senso di responsabilità l’organizzazione di competizioni sportive internazionali. La preparazione del campionato mondiale di calcio, in collaborazione con la FIFA, è in pieno svolgimento. Le undici città del nostro paese, nelle quali si svolgeranno le partite, stanno creando le condizioni per accogliere le migliori squadre nazionali e migliaia di tifosi. Il comitato “Russia-2018” si occupa direttamente dell’organizzazione del campionato, un progetto di vastissime proporzioni che esige gli sforzi sinergici dello stato, dei vertici federali, regionali e locali, del mondo imprenditoriale, delle associazioni e dei tifosi. Grazie alla loro azione attenta e coordinata si risolvono i problemi di costruzione degli stadi, di sviluppo del calcio, del turismo, dei trasporti, dell’accoglienza alberghiera, delle tecnologie delle telecomunicazioni accompagnati dal lancio di adeguati progetti sociali. Stiamo parlando non solo dell’edificazione di nuovi stadi, ma in primo luogo della creazione di infrastrutture moderne che in seguito serviranno per lo sviluppo socio-economico dei territori, ne determineranno in gran parte la capacità di attrazione dal punto di vista del turismo e degli investimenti, in poche parole miglioreranno la vita dei cittadini”.

Come si snoderà fattivamente il mondiale: “Le partite del campionato si svolgeranno in 12 stadi: a Mosca, dove, nello stadio Luzhniki, si svolgeranno sia l’inaugurazione sia la finale del campionato, a San Pietroburgo, Kazan, Nizhny Novgorod, Saransk, Kaliningrad, Volgograd, Ekaterinburg, Samara, Sochi e Rostov sul Don. Coloro che verranno in Russia per sostenere la propria squadra non potranno che rimanere profondamente colpiti: non solo potranno vedere il gioco dei calciatori migliori, ma avranno anche l’opportunità di conoscere la storia e la cultura russe, apprezzare le nostre tradizionali cordialità e ospitalità. Consiglio di visitare il portale turistico “Welcome2018.com”, in lingua russa e inglese, dove potrete trovare aiuto e informazioni logistiche illustrate sulla Russia, la sua storia, la sua cultura e sui luoghi di interesse turistico di tutte le città coinvolte nello svolgimento del Campionato”.

Sul calcio in Russia: “E’ uno sport veramente popolare. Quando la nazionale sconfigge una squadra straniera, i nostri tifosi festeggiano indipendentemente dalla bravura della squadra sconfitta. Se invece la nazionale perde la prendiamo a ridere ironizzando così: “la nazionale russa sarà campione del mondo di calcio quando il Brasile sarà campione del mondo di hockey sul ghiaccio”. Naturalmente siamo tutti felici che la più grande festa calcistica del pianeta si svolga proprio nel nostro paese”.

Su quanti praticano il calcio in Russia: “In Russia il calcio è uno sport di massa, il più popolare, più di due milioni e mezzo di persone si dedicano a questo sport, introdotto in Russia negli anni ’10 del secolo scorso da alcuni ingegneri inglesi invitati dal famoso industriale S. Morozov a lavorare nella sua fabbrica di Orekhovo-Zuevo, nei pressi di Mosca. Infatti la prima squadra russa di calcio si chiamava proprio “I Morozoviani”. «Il gioco del foot-ball » si diffuse velocemente in tutte le città grandi e piccole diventando elemento imprescindibile della cultura sportiva nazionale. All’inizio degli anni ’30 del secolo scorso praticamente ogni città aveva il proprio club calcistico. La prima nazionale è stata costituita nel 1923. Alle Olimpiadi di Helsinki nel 1952 la squadra ha partecipato per la prima volta al torneo, e nel 1956 e nel 1988 ha vinto la medaglia d’oro. Al Campionato del mondo del 1958 la nazionale russa è arrivata per la prima volta in finale. Nel 1960 ha vinto il campionato d’Europa. Al campionato d’Europa del 2008 siamo arrivati terzi e nel 2015 la nostra nazionale giovanile ha conquistato il secondo posto al campionato mondiale”.

Sul ruolo dello sport nella cultura russa: “Lo sport è essenziale per il completo sviluppo dell’uomo. Già gli antichi greci erano convinti che per una vita completa fosse necessario lo sviluppo armonioso di mente e corpo e per questo veniva riservata grande attenzione all’educazione fisica della gioventù. La pratica sportiva moderna non fa che proseguire nell’alveo di questa antica cultura dello sviluppo umano. La Russia, insieme agli altri paesi europei, è erede di questa tradizione. In tutti gli istituti scolastici del paese sono previste lezioni di educazione fisica nell’ambito delle quali i bambini, considerate le loro caratteristiche individuali e la loro età, ricevono le basi di una serie di discipline sportive, si abituano a uno stile di vita sano e dinamico. In Russia si organizzano moltissimi tornei, gare e concorsi amatoriali per giovani e bambini che hanno come scopo quello di stimolare e sostenere nei ragazzi l’interesse per lo sport. In merito al calcio possiamo menzionare il campionato russo di calcio per bambini “La palla di cuoio”, istituito dal leggendario portiere sovietico L. Jashin”.

Circa le relazioni Italia-Russia: “Le nostre relazioni bilaterali hanno radici profonde e secolari. Dal punto di vista della Russia un chiarissimo esempio di reciproco arricchimento delle nostre culture è costituito dalla costruzione del Cremlino e dei palazzi di San Pietroburgo ad opera di architetti italiani. Nonostante le sfavorevoli circostanze internazionali, quella tendenza positiva si conserva ancora oggi nei nostri rapporti bilaterali e anche il nostro dialogo, a dispetto di tutte le difficoltà del periodo, continua a svilupparsi come confermano le recenti visite a Mosca del Presidente della Repubblica Italiana, S. Mattarella, dei Ministri degli Esteri e degli Interni italiani. Il Presidente Putin ha confermato ancora una volta che l’Italia è un importante partner della Russia in Europa”.

Sul fatto che lo sport potrebbe risolvere le incomprensioni anche a livello geopolitico: “Sul  ruolo dello sport come strumento per rafforzare la pace la definizione migliore è ancora quella di Pierre de Coubertin: “Oh sport! Tu sei la pace!” Lo sport e il calcio in particolare, insegnano  determinazione, resistenza e rispetto reciproco, proprio gli stessi principi che dovrebbero regolare anche i rapporti tra le nazioni. La coesione interna – come in un gioco di  squadra – è la chiave per l’autostima e la volontà di dialogare in condizioni di parità con gli altri, il che è caratteristico di stati sovrani forti. Ma solo “un gioco secondo le regole”, rispettato ugualmente da tutti i giocatori, l’attenzione per gli avversari, l’abilità di trovare un compromesso,  la capacità non solo di vincere, ma anche di accettare con dignità la sconfitta, possono diventare la base di un ordine mondiale equo e di conseguenza rafforzare la pace. Ci aspettiamo un gioco pulito e fair play non solo sul campo, ma anche nelle sedi della negoziazione internazionale. Oggi, purtroppo, assistiamo a processi oltremodo negativi. Lo sport si trasforma in strumento di lotta politica, di propaganda ideologizzata. Devo con amarezza constatare che questi fenomeni riguardano anche il calcio proprio per l’enorme influenza che questo esercita sulla gente. 250 milioni di persone al mondo praticano questo sport, alla FIFA aderiscono più federazioni nazionali di quanti stati aderiscano all’ONU. È facile resistere alla tentazione di utilizzare lo sport nella guerra dell’informazione? Penso che sia una domanda retorica. Ricordiamoci di quando nel 2014 qualcuno tentò di privare il mondo sportivo della sua festa più importante – i giochi invernali di Sochi – accusando senza fondamento la Russia di ogni possibile peccato. Noi però abbiamo degnamente ospitato le Olimpiadi confermando il nostro status di grande potenza sportiva. Io sono certo che la Russia saprà organizzare ad alto livello anche il Campionato del Mondo di calcio. Questo sarà il modo migliore per confutare banali stereotipi e consolidare un’immagine positiva a livello internazionale”.

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