Quando parliamo di dislessia la prima cosa che ci viene in mente è la difficoltà che si prova nel leggere un testo. Come la discalculia (difficoltà nel comprendere i numeri ed effettuare operazioni con essi), la disgrafia (difficoltà a coordinare i movimenti della mano durante la scrittura) e la disortografia (difficoltà a scrivere senza fare errori diortografia) anche la dislessia rientra tra i disturbi specifici dell’apprendimento.
Secondo l’Associazione italiana dislessia nel nostro Paese ne sono affetti almeno un alunno per classe scolastica. Jubin Abutalebi, professore associato di neuropsicologia all’Università Vita–Salute San Raffaele di Milano spiega quali sono le cause, le diagnosi e le cure.
LE CAUSE
La dislessia è una disfunzione senza cause neurologiche acquisite. Di base vi è sicuramente la genetica,infatti i genitori dislessici hanno magiori possibilità di avere un figlio con lo stesso disturbo dell’ apprendimento.
LA DIAGNOSI
A fare la diagnosi deve essere un soggetto esperto: logopedista, psicologo dell’età evolutiva e il neuropschiatra infantile; e per formularla deve attendere che siapassato metà anno dall’iscriziome al secondo anno di scuola primaria. Si procede, dunque con test appositi qualtatii e quantitativi che misurano: la velocità e la correttezza nella lettura. Dopo aver effettuato la diagnosi è necessario un periodo di riabilitazione, ricorrendo alla logopedia che con esercizi mirati migliora le funzioni relative al linguaggio e alla ettura, compensando le difficoltà che un bambinoo incontrerà anche in età adulta.
LE CURE
Grazie alla legge n.170 del 2010 e le linee guida dell’Istituto superiore di sanità per la diagnosi e il trattamento dei bambini dislessici, il diritto allo studio degli alunni con un disturbo specifico di apprendimento è garantito:
– con strumenti compensativi, come gli audiolibri, i tablet, i software che convertono file di testo in audio, le mappe logico-concettuali;
– con strumenti dispensativi, che stabiliscono tempi e modalità differenti per le prove di lettura o di scrittura.
Il ministero della Salute ha anche attuato un percorsi di formazione per i docenti, al fine di dare loro maggiori informazioni sui disturbi e riconoscerli, attuando così specifici metodi di insegnamento.
In ogni istituto c’è poi un referente per la dislessia, che coordina e collega il mondo della scuola con quello dei servizi e dei centri diagnostici.