Molti sportivi, semplici uomini della strada e anche addetti ai lavori non si sono meravigliati più di tanto, del tracollo dell’Atletico Madrid al “Santiago Bernabeu”, ieri sera: il 3-0 finale, una sorta di ipoteca sulla strada che porta a Cardiff, sede dell’ultimo atto, è stato il semplice frutto di chi ha un campione superiore e di chi non ce l’ha. Ma anche di chi gioca di squadra, con efficacia. Quel Real Madrid che giocava sempre in verticale ha imparato ad adeguarsi, negli ultimi anni, e, sembra una blasfemia, ha aumentato sensibilmente il possesso del prezioso cuoio, evidentemente perché il Barça ha saputo fare scuola. Altrimenti non si capiscono le eccessive volte in cui Toni Kroos tedesco di Germania si è abbassato a collaborare con il vero playmaker da cui passano tanti e tali palloni, ovvero Modric. Ovvio che non te ne puoi andare in giro per la capitale iberica a dire: “Ves, los blancos parecen qué juegar como los azulgranos” (Vedi, i bianchi di Madrid sembrano giocare come quelli del Barcellona). Succederebbe un finimondo, presso le corti più accalorate, tra i tifosi delle merengues.
Se, di contro, analizziamo la partita avversaria ci accorgiamo che l’Atletico Madrid ha avuto una vera e real(e) occasione soltanto tra il primo e il secondo gol, dei tre, dicasi tre, segnati da Cristiano Ronaldo. Ma dopo la prima marcatura dei pluricampioni d’Europa e del Mondo, quel colpo di testa di Ronaldo lo poteva parare soltanto Oblak, per come è arrivato a deviare in calcio d’angolo. E quella rovesciata di Benzema finita alta di un niente, fosse entrata, avrebbe fatto venire giù l’impianto principale di Madrid. E rimesso a posto i tanti, troppi errori commessi, tanto nella massima divisione iberica, quanto in Coppa dei Campioni, dall’attaccante francese almeno negli ultimi due anni, compresa la stagione corrente.
All’intervallo 1-0 e tanta intraprendenza dei colchoneros, al rientro dagli spogliatoi. Ma è durata una decina di minuti, forse un “cuarto de hora”, come si dice da quelle parti. La seconda segnatura, sarà stata pure fortunata, ma è stata figlia del mestiere e della sorte di Benzema, nel primo contrasto, e dello stesso CR7, nel secondo. Il mondo in cui ha scagliato la palla verso il fondo della rete è stato capace di riscuotere applausi in ogni angolo del pianeta raggiunto da un apparecchio televisivo. Il terzo gol, poi, ha mandato al tappeto i sogni di un Atletico che ha provato, nei restanti sei minuti più recupero di gara, a segnare il punto capace di aumentare le remote speranze dei bianco-rosso-blù. Ma nell’altra metà del cielo di Madrid in parecchi stanno contando la terza, pesante sconfitta, dopo le due finali secche perse all’ultimo respiro.
E questa sera Monaco-Juventus per gara-1. Sotto a chi tocca.
Fonte foto: l’immagine del presidente madridista
e della sua stella più luminosa è tratta dal sito
ufficiale del Real Madrid