Riparte ufficialmente domani, mercoledì 3 maggio, la campagna di mobilitazione contro i test Invalsi, e lo fa attraverso uno sciopero nazionale della scuola che riguarderà proprio domani gli istituti dell’infanzia mentre si replicherà martedì 9 maggio con le scuole secondarie di secondo grado.
Lo sciopero vedrà mobilitarsi le sigle sindacali di base tra cui Cobas, UniCobas, Sgb e Usb che restano dell’opinione che i test dell’Istituto Nazionale per la Valutazione del Sistema Educativo di Istruzione e Formazione, previste per il 3 e 5 maggio per le scuole elementari e il 12 giugno nella scuola secondaria, facciano emergere «il modello del docente “adattabile”, derubricato a somministratore di prove standardizzate, le uniche ad avere reale valore nella valutazione, e ad “illustratore” di manuali per quiz, nel quadro dell’immiserimento materiale e culturale della scuola pubblica e del ruolo dei docenti, destinati ad un lavoro da “manovali intellettuali” tuttofare, flessibili e disponibili alle mutevoli esigenze di una sempre più cialtrona “scuola-azienda”».
Esiste anche una distinzione nella modalità di scioperare, infatti, per boicottare i test INVALSI Cobas e Unicobas hanno indetto uno sciopero per l’intera giornata mentre Usb e Sgb hanno proclamato uno sciopero breve. Usb e Sgb hanno pensato ad una versione light della protesta che consisterà in un’astensione dalla somministrazione, correzione e tabulazione dei test INVALSI, per la durata di un’ora all’inizio del turno per la somministrazione e/o un’ora a fine turno nel caso della correzione o tabulazione. A ogni ora di sciopero corrisponderà una trattenuta di 17,50€. Tale forma di protesta potrebbe non ostacolare il regolare svolgimento dei test che potrebbero essere programmati a metà giornata. Il M5S ha appoggiato espressamente la protesta dichiarandosi contro la modalità dei test Invalsi.