Nelle scuole del torinese si va a lezione di cammino. Ogni giorno un chilometro a piedi per combattere il rischio obesità e tornare in classe più rilassati ma anche più concentrati. È questa la ricetta adottata dalle scuole medie di Buttigliera e Rosta. Radio Cusano Campus ha contattato la dirigente scolastica dell’Istituto Comprensivo Buttigliera Alta-Rosta, la prof.ssa Maria Gabriella Parente, per saperne di più riguardo un’iniziativa che è partita allo scopo di combattere la sedentarietà che spesso impigrisce i giovani studenti italiani ma che, via via, si è trasformata in molto di più.

Prof.ssa Parente, da dove nasce questa idea e come siete riusciti a renderla una attività permanente nei vostri plessi scolastici?

“L’idea nasce in Scozia, dove molte scuole coinvolgono i loro studenti in quello che viene definito ‘miglio condiviso’. Noi abbiamo riadattato l’iniziativa alle nostre esigenze, così i nostri ragazzi percorrono 1 km al giorno, non esattamente il corrispettivo di un miglio, dalle 10.45 alle 10.55 del mattino. L’iniziativa è partita in via sperimentale l’anno scorso, l’entusiasmo dei ragazzi e i feedback positivi da parte delle famiglie ci hanno spinto ad istituzionalizzare il progetto nel corso di quest’anno scolastico”.

Quali sono i benefici più immediati che avete riscontrato?

“Sicuramente un maggiore benessere fisico ma anche un beneficio diretto per quel che riguarda le performance intellettuali dei ragazzi che dopo la camminata risultano essere più rilassati e pronti per tornare a far lezione. Il chilometro che percorrono li aiuta a socializzare meglio tra loro, nella passeggiata si infrangono tanti tabù e si respira un’aria confidenziale che spinge tanti ragazzi a parlare e ad aprirsi con gli insegnanti che li accompagnano. Dal punto di vista dell’inclusione dei ragazzi disabili i risultati sono ancora più visibili: si sentono parte integrante del gruppo, camminano spensieratamente e parlano con i loro compagni senza alcun tipo di filtro o sovrastruttura. Da questo punto di vista si tratta di un’esperienza dall’immenso valore sociale”.

Lei dirige 9 plessi: ha istituzionalizzato il miglio condiviso in tutte le scuole che gestisce?

“L’ho fatto in 6 dei 9 plessi che fanno capo alla mia direzione. Le scuole rimaste fuori sono dell’infanzia e inizialmente riflettevamo sull’opportunità di coinvolgere bambini così piccoli ma, in un certo senso, il successo dell’iniziativa ci sta portando verso l’apertura anche ad una fascia d’età più giovane. Voglio sottolineare che stiamo parlando di un’attività che viene svolta a costo zero, serve organizzarsi bene perché la precedenza, come giusto che sia, viene sempre data alla didattica. C’è la grande necessità di lavorare sulle idee, solo così possiamo aspirare a fare sempre meglio”.