Antonio Razzi è categorico: “Il Nobel per la pace? L’hanno dato a Obama solo perché ha promesso di chiudere Guantanama, potrebbero darlo anche a me”. Poi assicura che se fosse lui andrebbe a ritirarlo, non come Bob Dylan: “Se ti danno un premio, un riconoscimento, lo devi ritirare. E’ una questione di rispetto”. 

ANTONIO RAZZI E IL NOBEL PER LA PACE. ASCOLTA

Qualcuno ha lanciato una petizione su Change.org per dare ad Antonio Razzi il Premio Nobel per la pace.

“Una petizione per darmi il Nobel per la Pace? Non so chi l’ha fatta, io non ne so niente, certo se l’hanno dato a Obama, come dice qualcuno, potrei averlo anche io. Io sto cercando di fare pace, lui cosa ha fatto? Ha solo promesso di chiudere il carcere di Guantanama, invece è rimasta così. Se l’hanno dato a Obama possono darlo anche a Razzi, io per l’Asia unita ci metto anima e core. Se dovessero darmi il Nobel per la Pace non farei come Bob Dylan, ci andrei. Ci vuole rispetto per chi ti da un riconoscimento, un regalo”.

Un Premio Nobel per la pace che sarebbe motivato dalle continue missioni che Antonio Razzi, e il senatore ci tiene a farlo sapere, fa a spese proprie in giro per il mondo.

“Io ho scritto al Presidente Trump, ho parlato in Corea e loro assicurano che non devono fare la guerra con nessuno, anzi stendono la mano per pacificare. Però è chiaro che se qualcuno li attacca loro rispondono. Consiglio a tutti di andare lì e di vedere con i loro occhi come è Kim. Se loro mi affidassero il compito di fare l’ambasciatore di pace, perché ora sto pagando io di tasca mia, non i cittadini italiani, e molte volte si arrabbia anche mia moglie. Se loro mi dessero il compito ufficiale di dialogare per la pace sicuramente ci arriveremmo in pochi giorni. L’incarico ufficiale devono darmelo o il governo italiano o quello americano”.

Premio Nobel per la pace a parte, Antonio Razzi è tornato alla carica con un suo vecchio cavallo di battaglia. Gatti asiatici per fronteggiare l’emergenza topi a Roma.

“Quando dico una cosa ci ridono, ma poi quello che dico io diventa realtà. A Roma ci vogliono i gatti asiatici, la mia idea l’hanno ripresa anche alcuni stati americani. Se la Raggi mi chiamasse sarei pronto anche oggi ad accompagnarla per il bene della città di Roma ad andare a prendere i gatti asiatici. E’ importante, i gatti devono essere asiatici, perché sono più cacciatori, sono più affamati, più furbi. Il gatto normale magari si siede e aspetta che il turista gli dia da mangiare, invece il gatto asiatico non si fida di quello che gli danno i turisti, va a caccia, è indipendente”.