Ogni tanto è bene fare una foto dello stato di salute del Pd. Per capire come gira uno dei partiti più importanti d’Italia, uno di quelli che al suo interno non s’è mai fatto mancare discussioni e scissioni. Lo facciamo con Goffredo Bettini, europarlamentare del Pd, che è intervenuto ai microfoni della trasmissione “Ho scelto Cusano”, condotta da Gianluca Fabi e Livia Ventimiglia. Come sempre non sono scontate le parole del politico. Ve le riassumiamo con questi passaggi essenziali su Radio Cusano Campus, emittente dell’università Niccolò Cusano.

Come sta il PD? Come sta la leadership di Matteo Renzi? Tutte questioni interessanti esposte in modo interessante da Goffredo Bettini che è europarlamentare del Pd. Ecco i suoi passaggi clou su Radio Cusano Campus:

Su Renzi che chiude campagna elettorale a Bruxelles: “Sono contento che Renzi chiuda la campagna per le primarie a Bruxelles, anch’io penso che dobbiamo valorizzare il paese di fronte a uno strapotere tedesco –ha affermato Bettini-. Io penso che l’Europa sia un tema centrale per il Pd e per l’intero Paese. Sono convinto che ad una sacrosanta critica sul funzionamento dell’Europa dobbiamo sapere accompagnare una proposta in positivo, altrimenti una critica che rimane solo una critica senza una proposta diventa sostanzialmente un alimento ulteriore a quel sentimento antieuropeo che si è molto diffuso in tutto il continente e che porta soltanto voti alla destra peggiore”.

Perché appoggio Orlando. “Trovo che Renzi abbia svolto una funzione di rinnovamento molto positiva all’inizio –ha spiegato Bettini-. Il problema di Renzi è venuto nel momento in cui di fronte a certe difficoltà e ad un’opposizione interna piuttosto pregiudiziale, la sua reazione è stata di chiusura in se stesso, di costruzione di una cerchia di fedelissimi, di comando solitario. Alla fine questa cosa è diventata non solo negativa in generale per il Pd, ma anche per se stesso, tant’è che la battaglia sul referendum, i contenuti del quale ho condiviso, alla fine hanno avuto una debolezza anche perché erano identificati con il tentativo di Renzi di un comando assoluto e questo è stato respinto da una parte trasversale del popolo italiano. Dopo la sconfitta, invece di ragionare sui temi di quella sconfitta, ha insistito per una rivincita, esattamente con lo stesso metodo che lo ha portato a quella sconfitta. Ecco perché io oggi appoggio Orlando che ha una visione diversa del partito e delle alleanze del nostro Paese, capace di unire e federare il centrosinistra. Penso che le primarie vere, quelle con i cittadini possano riservare sorprese, spero favorevoli a Orlando. Gli iscritti rimasti sono legati al segretario. Comunque Orlando sta seminando per il futuro per un aggregazione ampia del centro sinistra”.

Se con Renzi è partito della fazione: “Con Renzi più che il partito della nazione abbiamo il partito della fazione, cioè diventeremo una fazione tra le altri. Votando Renzi si va il prima possibile alle elezioni, è legittimo ma mi preoccupa per questa legge elettorale che porterà alle larghe intese. Queste larghe intese sono un ritorno alla politica confusa.
Fare la grande alleanza anti Grillo è uno sbaglio perché c’è un enorme elettorato di Grillo che è potenzialmente un elettore di centrosinistra mentre quello di Forza Italia, con qui qualcuno forse ha intenzione di fare le larghe intese, non verrà mai nel centrosinistra”.

Sul fatto che Edoardo Narduzzi su Italia Oggi scrive che Renzi ha rottamato il modello che ha distrutto Roma inventato da Bettini: “E’ un’analisi vergognosa, di uno che non conosce la storia di Roma o fa finta di non conoscerla. Io mi sono andato a vedere chi è questo Narduzzi e ho visto che le sue passioni sono la finanza, la tecnologia e il vino, io credo che in questo caso abbia prevalso la sua passione per il vino. Nel merito, il modello Roma è stato un modello che ha governato per 15 anni, ha avuto anche le sue ombre, ma è ricordato come un periodo straordinario. Peraltro ingiustamente viene addebitato solo a me, dato che in quel periodo è stata messa in campo una grande classe dirigente. Io dal 2009, cioè da quando Veltroni si è dimesso, mi sono dimesso da ogni incarico istituzionale a Roma e sono stato in minoranza nel partito. Questo non significa che io non abbia avuto un’influenza politica anche con i libri che ho scritto, ma sicuramente nella gestione della città io non ho più messo bocca. Sono due anni che neanche abito più a Roma, mi sono trasferito a Bruxelles e a Roma c’e un  un commissario Renziano che ha nominato 8 commissari tutti renziani e il candidato alle ultime elezioni è stato un renziano di ferro come Giachetti. Quindi parlare di 25 anni di dittatura del modello Roma è una menzogna”.

Su Walter Veltroni futuro Presidente della Repubblica: “Adesso c’è un Presidente della Repubblica come Mattarella che ha tutta la mia stima, perché si sta comportando con grande correttezza istituzionale, è un punto di riferimento, una persona di grande sobrietà. In futuro Veltroni lo vedrei bene come Presidente della Repubblica perché ha le stesse caratteristiche di Mattarella, anche se proviene dalla tradizione dei Comunisti Italiani, c’è lo stesso pathos, lo stesso sentimento di sacralità verso le istituzioni, la stessa attenzione per le persone disagiate. Ritengo che in un fase nella quale c’è questa povertà di classe dirigente, non utilizzare una personalità come Veltroni sia un errore”.

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