Lo scorso 6 febbraio è stato il termine ultimo per presentare domanda di iscrizione online per la scuola, dalla materna alle superiori. In concomitanza con questo appuntamento, particolarmente importante per i genitori degli studenti, è tornato a far discutere il problema del contributo volontario scolastico, una tassa per sua definizione facoltativa che molti istituti italiani dispongono come obbligatoria emanando circolari d’istituto che, di volta in volta, sconfessano quelle che sono le linee guida diffuse dal Miur in questo ambito.
Il Ministero dell’Istruzione dell’Università e della Ricerca ha specificato, a più riprese, che il versamento di tale contributo non può essere in alcun modo vincolato al perfezionamento dell’iscrizione di nessuno studente che, di contro, ha l’obbligo di versare le tasse erariali. In questi giorni si susseguono segnalazioni da parte di comitati di genitori che apprendono dagli istituti dei loro figli come il contributo volontario sia inteso sostanzialmente come obbligatorio in quanto, in assenza di tale versamento, il plesso scolastico si trova nell’impossibilità di garantire un ampliamento dell’offerta formativa, con il rischio di pregiudicare il normale svolgimento dell’attività didattica.
Uno dei plessi finiti al centro della polemica si trova a Mestre, consta di 3 istituti diversi (Luzzatti,Gramsci, Volta) e, a scanso di equivoci, ha emanato lo scorso 20 gennaio la circolare n.246 che smaccatamente intima: “Verrà consegnato nei prossimi giorni il modulo di iscrizione, scaricabile anche dal sito della scuola. Il modulo va compilato in ogni sua parte e restituito in segreteria didattica entro il 6 febbraio 2017, allegando ricevuta del versamento del contributo e delle tasse erariali ove previste. In caso di mancato pagamento del contributo richiesto, l’iscrizione presso l’Istituto non viene conclusa: il versamento è obbligatorio, se non lo si versa non si può accedere all’iscrizione. Così ha deliberato il Consiglio d’istituto”.
Radio Cusano Campus ha raggiunto telefonicamente la preside che dirige i 3 plessi, prof.ssa Marisa Zanon, al fine di fare chiarezza sulla vicenda. Prof.ssa Zanon, come stanno le cose?
“Siamo veramente dispiaciuti per quello che sta accadendo e per la battaglia mediatica che si sta scatenando contro di noi. Il nostro è un istituto impegnato su progetti diversi e tutti importanti, siamo un esempio per come facciamo scuola nella Regione Veneto ma non solo. Lavoriamo e ci destreggiamo tra tante difficoltà, prima tra tutte il processo di inclusione ed integrazione di quella comunità di studenti stranieri che per dimensioni e numeri ha superato anche quella degli studenti italiani. La circolare apparsa su tanti giornali è stata male interpretata: il contributo che viene citato lo abbiamo inteso e sempre lo intenderemo come volontario. L’unico obbligo che hanno le famiglie è di natura morale. È antipatico dirlo ma siamo costretti a chiedere il contributo alle famiglie per sopperire le negligenze di tanti utenti della scuola che non pagano proprio nulla, né il contributo volontario né le tasse erariali. La scuola pubblica italiana è e resta gratuita ma nel momento in cui non vengono versate nemmeno quelle tasse che dovrebbero essere corrisposte allo Stato, a quel punto dobbiamo chiedere l’aiuto e la comprensione di altre famiglie. Quel che è certo è che nessuno è stato mai rifiutato da questa scuola per non aver pagato le tasse, anzi, ci dicono che sistemeranno la situazione nel corso dell’anno ma alla fine ogni promessa viene disattesa. Abbiamo dovuto confrontarci anche con le nostre serali, chiedendo il supporto di studenti adulti e che lavorano, non si può fare altrimenti se non ridimensionando obiettivi e finalità didattico-formative che ci poniamo ogni anno scolastico”.