“Gli adolescenti non sopportano lo scollamento tra parole e gesti”, dice Paolo Di Paolo a #genitorisidiventa su Radio Cusano Campus, a proposito degli ultimi incontri avuti con studenti italiani. Questo dimostra che prima di pronunciarsi sulla vita, o su cose e persone, è necessario appurare che i giudizi siano in linea con la propria integrità morale: sulla stessa linea chiaramente! E ogni affermazione comporta una diversa responsabilità, ovvero dimostrare coerenza tra quello che si dice, e che si pensa, con quello che si fa. Soprattutto se si ricoprono certi ruoli e se si deve dare il buon esempio. “Predicano bene e razzolano male”, altrimenti non predicherebbero, viene da pensare! Sono i cinquanta, sessantenni di oggi, padri di famiglia, personalità politiche, manager ben visibili nel sistema mediatico. La provocazione è sviscerata, nel dettaglio, su L’Espresso, dal finalista Premio Italo Calvino 2003 e autore di “Mandami Tanta Vita”. Sarà capitato a chiunque di orecchiare spregevoli giudizi da persone che di nobile, e pulito, non hanno neppure la faccia! Ma “non si può pensare che siano tutti così gli adulti, è chiaro che si tratta di fenomeni macroscopici, che non riguardano la totalità”, sottolinea Di Paolo nell’intervista.
“Abbiamo assistito ad un crescendo di discorsi su padri evaporati sempre attribuendo le colpe agli sdraiati. Quello che mi colpisce è che manca l’autocritica. Sarebbe auspicabile un rapporto più onesto dei padri con le loro stesse lacune, mancanze. Tanto più se si aggiunge un uso smodato della retorica, apocalittica, secondo cui le nuove generazioni non sanno, non imparano, e viceversa quando la retorica di questa natura diventa civile, politica, portatrice di valori solenni. Poi vai a guardare appena oltre le parole e ti accorgi che i fatti le contraddicono: sconcertante! Le generazioni che vengono dopo devono farsi carico dell’eredità dell’altra generazione. Quello che mi colpisce delle figure pubbliche è che editorialisti di grandi giornali spargono questa retorica dell’Italia che ce la fa, appena ti allontani dalla loro parola scritta vengono contraddetti nella realtà dei fatti. Preferirei che ci fosse meno retorica. Potrei accettare comportamenti negativi, siamo umani. La cosa paradossale è che questo peggio viene ammantato da questa retorica nobilitante”, aggiunge subito dopo il famoso scrittore romano.
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