E’ antico quanto il mondo il fare maschile nei confronti delle donne, e più passa il tempo, più aumentano le varie tipologie di violenza che possono essere esercitate nei rapporti. Una volta si uccideva sparando, oggi è possibile uccidere, o violentare, in mille altre maniere, più sottili, e subdole. Ad esempio esistono forme di violenza che creano sudditanza psicologica sulle donne, da parte degli uomini. Ma ancora pochi riescono ad intuire che di nuove violenze si tratta. Per questa ragione è necessario educare le donne a difendersi, riconoscendo i primi segnali sconfortanti e imparando a prendere subito le distanze. #perteuomo vuole curare sugli uomini maltrattanti, occupandosi del disturbo, attraverso percorsi spirituali e non solo. L’idea è stata generata dalla Onlus Studiodonne. E si percepisce la sensibile intuizione femminile, che sostiene il progetto. #perteuomo è stato raccontato da Maria Luisa Missiaggia, avvocato, durante la trasmissione #genitorisidiventa su Radio Cusano Campus.

“Ci sono tanti modi e tanti segnali che le donne devono imparare a conoscere prima di arrivare alla patologia estrema dell’omicidio. L’uomo violento ha delle forme di comunicazione che la donna forse non conosce perché nei sistemi di comunicazione non è diffuso neppure un protocollo, oppure si accorgono quando è troppo tardi. Il fenomeno della violenza è un fenomeno complesso, profondo, e trasversale, sia per gli uomini che per le donne. Non è detto che un uomo colto, con cariche di rilievo, non possa essere un uomo violento. Bisogna insegnare un metodo per comprendere se una relazione è sana o no. La violenza economica è stata già condannata a Strasburgo è data da chi ricatta per denaro, nelle coppie, quando ci sono molti soldi in ballo, le donne si trovano in difficoltà perché hanno paura di perdere uno stato e non sanno come affrancarsi. […] La violenza è percepita come una malattia, nel progetto, e viene curata come patologia dell’anima, spirituale. […] Il rifiuto, l’abbandono, la non accettazione del pensiero dell’altro diventano elementi scatenanti del pensiero patologico. C’è un’ambizione da parte mia come legale che queste persone che abbiano compiuto reati possano trovare accoglienza, ascolto, da parte della magistratura. E’ un progetto ambizioso, innovativo per il nostro Paese. Credo che le donne saranno molto sensibilizzate da questa cosa e potremo trovare un’inizio di soluzione. L’importante è che si comprenda che è un progetto a difesa delle donne”, ha detto Maria Luisa Missiaggia in diretta su la radio dell’Università Niccolò Cusano.

Studiodonne Onlus fa parte della rete ‘Amici Unicusano’, quindi sostiene la ricerca, l’innovazione, “è una collaborazione, un inizio proficuo”, dice l’avvocato in diretta. “L’Università è il primo momento importante per costruire dirigenti, e uomini che si occuperanno del nostro Paese”, questa una delle ragioni per cui Studiodonne ha scelto di far parte della rete ‘Amici Unicusano’.

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