Juventus perfetta, Barcellona inguardabile e inesistente. Risultato: 3-0 per i bianconeri e qualificazione alle semifinali di Champions League ipotecata. La squadra di Allegri allo Stadium di Torino non ha sbagliato nulla, il Barça, al contrario, ha sbagliato tutto: comprese le poche occasioni da gol create e fallite dai 3 tenori Messi-Suarez-Neymar. Una MSN a dir poco spenta, impalpabile. Insomma, è stato lo stesso Barcellona visto a Parigi nella gara di andata degli ottavi di finale contro il Paris Saint Germain. In quell’occasione la compagine di Luis Enrique perse 4-0 poi ribaltò il pesante passivo con uno storico 6-1, in cui però pesarono molto i favori arbitrali fatti ai catalani. Comunque, in attesa di capire cosa succederà tra una settimana al Camp Nou, il popolo juventino si gode giustamente un team stellare protagonista di una serata magica, forse irripetibile.
L’inno alla Joya. Dybala “man of the match”: l’attaccante argentino firma la sua prima pesantissima doppietta europea. Due tiri e due gol per sfoderare l’ormai classica “Dybala mask”. Un Dybala lesto, fulminante, imprendibile: per molti il vero erede di Messi. La difesa più forte d’Europa dunque prevale sull’attacco atomico del Vecchio Continente. Anzi, Giorgione Chiellini, uno degli eroi del “muro bianconero”, trova anche il modo di siglare il terzo gol con un colpo di testa. Barça affondato: la rivincita di Berlino è servita.
Gli altri protagonisti. Bonucci è il ministro della difesa, Alex Sandro frena Messi, Pjanic spacca il centrocampo, Cuadrado è letale a destra e Dani Alves gioca la miglior partita della stagione contro i vecchi amici. E Buffon? Il capitano è superlativo nel primo tempo quando con una paratona nega a Iniesta il gol del pareggio. Gigi, la solita grande certezza di un reparto arretrato strepitoso. Ma tutti gli uomini scelti da Allegri stasera meritano un 8 in pagella per come hanno giocato.
Le scelte del tecnico juventino. Allegri sceglie la versione offensiva che fin qui ha dato ottimi frutti: Dani Alves e non Lichtsteiner sulla fascia destra, Alex Sandro e non Asamoah sulla corsia opposta, Pjanic e non Marchisio sulla linea mediana; e in attacco, tutte le stelle che ha disposizione. Mentre il 3-1-3-3 scelto da Luis Enrique, ex “hombre vertical”, si rivela un’arma a doppio taglio: Mathieu è il simbolo delle lacune difensive blaugrana, Mascherano vertice basso finisce stritolato nella morsa juventina.
Il match. La partenza della Juve è fulminante: pressing altissimo, raddoppi, verticalizzazioni. Tutto funziona nella Juve di lotta e di governo. Dybala è la ciliegina sulla torta: al 7′ con una mezza giravolta su assist di Cuadrado da destra, in mezzo a tre catalani in versione presepe in tempi di Pasqua, l’argentino fulmina Ter Stegen sul palo più lontano. La Joya replica al 22′ con un tiro preciso e potente su assist di Mandzukic da sinistra. Il Barcellona invece, come detto, assomiglia alla versione desolante mostrata a Parigi e più recentemente a Malaga: difesa imbarazzante. Gli spagnoli provano a mettere in difficoltà la Juventus con il consueto palleggio, ormai lento, stucchevole e non pronubo. Quanto sono lontani i tempi del “tiki-taka” vincente di Guardiola. Insomma, i pericoli vengono solo dal tridente “maravilla” e soprattutto dal suo leader. Messi, con una giocata sopraffina, libera Iniesta davanti a Buffon ma come abbiamo già sottolineato, il portierone della Nazionale è strepitoso nell’evitare il pareggio un minuto prima del raddoppio bianconero. Nella ripresa il Barça cambia. Mathieu resta negli spogliatoi, Andrè Gomes fa il volante e Mascherano torna in difesa. E proprio l’argentino si perde Chiellini sul 3-0. Luis Enrique assiste immobile alla disfatta. La reazione nell’ultima mezz’ora è veemente, ma produce una sola occasione: Buffon si ripete sul “pistolero” Suarez. A Barcellona nel match di ritorno ci sarà sicuramente da soffrire. Ma la Juventus, questa Juventus, non è certo il molle PSG. La Vecchia Signora è a un passo dalle semifinali di Champions e il “triplete”, a questo punto, è sempre più probabile.