Marco Casalini, 48 anni di Dervio, lo scorso anno era stato selezionato per i Giochi Mondiali Estivi di Los Angeles, ma solo come riserva: “Gli spiegammo in tutti i modi – ricorda Fabrizio Alippi, Direttore della Cooperativa Incontro dove Marco lavora – che la riserva difficilmente sarebbe partita con la squadra ma lui diceva “va bene”. La mamma, Elena, ci raccontava che di notte lo sentiva spesso dire nel sonno “America, aereo, mondiali, voglio vincere una medaglia””. Poi arrivò la notizia della convocazione, come titolare, ai Giochi Mondiali Invernali in Austria: anche lui avrebbe coronato il sogno di partecipare ad un evento internazionale; nessun aereo e viaggio oltreoceano, ma l’opportunità di essere comunque protagonista indossando la divisa azzurra della Delegazione Italiana. Marco, dall’Austria, è stato l’unico a tornare con due medaglie d’Oro, conquistate nello sci nordico, 50 e 100 metri di tecnica classica. “Ha una tenacia che dimostra ogni volta che indossa la tuta e gli sci e affronta le gare – prosegue Fabrizio – allora diventa l’atleta a tutto tondo, cura l’alimentazione: “poco, poco” è il suo dire quando lo servo in mensa; cura la preparazione fisica, vuole vincere ma sa anche perdere”.

Il lavoro

Marco, che all’interno della cooperativa lavora da quasi trent’anni, è sempre stato per tutti Marchino, per distinguerlo dall’altro Marco che già lavorava lì al suo arrivo. “In effetti Marchino è grande e robusto, penso che il diminutivo fosse dovuto al suo sorriso che fa molta tenerezza” racconta Franca Lafranconi, responsabile del Team Special Olympics, Polisportiva Mandello del Lario, dove Marco si allena durante tutto l’anno.

Vive con i genitori Elena e Bruno in una bella casa che dalla collina di Dervio affaccia sul lago di Como. Ogni mattina prende il treno che lo porta, per lavoro, a Mandello; lì trova diversi amici e colleghi, in particolare Chicco e Marco che sono anche sui compagni di sport.

Sport, Sci, Special OlympicsL’inizio in salita

“Quando abbiamo pensato – prosegue Fabrizio – di avviare i ragazzi della Cooperativa ad alcune pratiche sportive, Marchino ha aderito con molto entusiasmo; oltre alle passeggiate in montagna d’estate, abbiamo pensato di praticare lo sci nordico e ci siamo trovati subito davanti alle difficoltà di Marco che non poteva muoversi, con gli sci, con la disinvoltura necessaria; questo lo portava ad avere una grande paura di cadere per cui si irrigidiva e finiva spesso rovinosamente sulla neve trascinando con se chi gli stava vicino. Siamo ricorsi allora alle pelli di foca applicando delle strisce sotto gli sci che restavano così più aderenti alla neve permettendogli di muoversi con più serenità. Ben presto Marco non ha più voluto usare le pelli di foca ed ha insistito riuscendo infine a sciare con le sue sole forze.”

 Le prime gare

“Quando abbiamo conosciuto Special Olympics – ricorda Fabrizio – ed abbiamo cominciato a partecipare ai Giochi, prima con il Team Oltretutto 97 e poi in seguito con la Polisportiva Mandello, il suo impegno è aumentato: spesso insisteva da solo negli allenamenti, anche quando il resto del gruppo si fermava per il pranzo o per una sosta, per riuscire ad affrontare un percorso senza cadere. Marchino è molto emotivo ad ogni vittoria abbraccia chi gli sta vicino con molta irruenza sprizzando felicità da tutti i pori, talvolta l’emozione è tale da farlo scoppiare a piangere, lacrime di gioia.”

Una crescita costante

Certamente da quando frequenta Special Olympics Marchino è diventato più sicuro e più responsabile, durante le trasferte è l’atleta che più ha cura della propria persona e dei bagagli: sistema accuratamente i vestiti, si preoccupa che tutto sia ripiegato per bene, sempre puntuale e con tutto quello che gli serve per la gara o gli allenamenti senza che altri glielo debbano ricordare. Quando i suoi compagni di squadra sono stati scelti, nel corso degli anni, per partecipare ai diverse edizioni di Giochi Mondiali o Europei, Marchino ha mostrato solo per un istante la sua delusione di non essere stato selezionato; con un gesto molto eloquente ci diceva chiaramente: “un’altra volta toccherà a me”.

La vittoria oltre lo sport

“Conosco Marco da 20 anni – conclude Fabrizio – condivisi tra scatole di pezzi da assemblare. Marco ha un cuore grande e tenace, sa essere generoso e stupirsi con semplicità delle cose belle che la vita gli offre. Una generosità che gli ha permesso di vincere un tumore che lo ha costretto ad affrontare lunghe terapie; una semplicità tale che quando gli erano ricresciuti i capelli, persi a causa della chemioterapia, si dispiaceva di doverli tagliare perché erano diventati belli ricci. La sua vittoria va oltre lo sport e l’esperienza vissuta gli darà una nuova carica per affrontare ogni aspetto della vita con il coraggio, la forza e la determinazione che lo hanno sempre contraddistinto.”