Secondo gli studiosi dell’Università di Warwick i bambini italiani sono la peggiore specie esistente in tema di piagnisteo. Piangono più che in altre nazioni. Ma è una bufala, rispondo alcuni esperti psicologi romani, come si fa a quantificare il pianto? Bufala o non bufala, si piange, in infanzia, in adolescenza, età adulta. Accade sperando di potersi lasciare alle spalle eventi e situazioni negative, o se si è emozionati, quindi se si deve far fronte ad una notizia positiva, e commovente, quale la laurea, o l’ufficializzazione di un amore, il matrimonio quindi! Abbiamo trattato il tema a #genitorisidiventa per favorire una relazione quanto più possibile empatica tra genitori e bambini, e razionalizzare il senso del pianto in società. E’ intervenuto Marco Ventola, ai microfoni di Radio Cusano Campus, il quale ha sottolineato le ragioni per cui i bimbi piangono: “I bambini piangono perché vivono un disagio fisico o sono alla ricerca di una presenza, la madre! Il rapporto madre – bambino può essere problematico, diventa interessante capire cosa può fare una madre per contenere i bambini. Primo consiglio è capire che tutto passa. Partire dall’idea che la propria sicurezza personale passa dal linguaggio del corpo.”

“Il linguaggio del corpo manda messaggi di sicurezza e accudimento. Con le parole possiamo dire cose, col corpo mandiamo altri messaggi di sicurezza, accudimento. Cullare è un gesto naturale – ha aggiunto subito dopo, spiegando i motivi per cui anche gli adulti piangono, e le letture – errate – che vengono date a quest’azione delicata, che ci rende umani, vivi, ed emotivi (ovvero di cuore dotati). “Il pianto veicola due messaggi: impotenza e sofferenza. Ci si può lamentare del tempo, del traffico, della politica, del partner. Ci affezioniamo alla lamentela per fare le vittime, ma pago il prezzo di non avere più autonomia, entusiasmo verso le cose. Uscire dal pianto inconsolabile per guardare con ironia è importante. Se piangi sei debole, fragile. La nostra società ammette il riso, non il pianto. A parte situazioni come i funerali. Le donne se piangono vengono accostate alle bambine. La bellezza di un pianto è data dalla capacità di entrare in contatto con le proprie emozioni perché controllarle?”

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