Deposizione di Massimo Carminati, che ne pensa Alfonso Sabella? Il magistrato, ex assessore alla Legalità di Roma Capitale, ne ha parlato su Radio Cusano Campus nel corso di ECG, il programma condotto da Roberto Arduini e Andrea Di Ciancio. Ecco cosa ha detto Alfonso Sabella sulla deposizione di Massimo Carminati. 

ALFONSO SABELLA SULLA DEPOSIZIONE DI MASSIMO CARMINATI-ASCOLTA
Alfonso Sabella su mafia capitale e la deposizione di Massimo Carminati: “Ovviamente non posso esprimere giudizi sul merito della questione, si tratta tecnicamente di una difesa che ha fatto le sue valutazioni su quello che poteva o doveva dire Carminati in sede di esame. E’ chiaro che alcuni messaggi li ha lanciati, mi ha colpito il disprezzo che ha dimostrato per la politica, per i politici in generale, una cosa che mi ha fatto tornare indietro agli anni di Palermo, quando lo stesso di atteggiamento l’avevano i boss di Palermo rispetto ai politici che avevano a libro paga, perché li consideravano una sorta di accattoni. Messaggi al mondo di sotto? In quella fase un tipo come lui non credo che ne abbia particolarmente bisogno”.

Dopo aver detto la sua sulla deposizione di Massimo Carminati, Alfonso Sabella si è espresso sul processo: “Non è vero che se non ci fosse stato Carminati il processo sarebbe stato ridicolo. Non può essere considerato ridicolo il fatto che Roma presentasse un’amministrazione scalabile, che Roma presenti quella faccia di città corrotta che ha presentato al mondo. Non so come finirà il processo, qualunque sia l’esito, con il riconoscimento o meno del 416 bis, a me da cittadino romano interessa pochissimo. Quello che mi inquieta e che toglie la ridicolaggine di questo processo, è il fatto che Roma sia una città profondamente corrotta dalle fondamenta, che le amministrazioni locali e più che locali fossero facilmente scalabili dalla criminalità organizzata. Sapere se dietro a quella mazzetta ci sia stata o meno mafia mi interessa poco, mi basta sapere che quella mazzetta ha deviato un percorso di pubblica amministrazione. Se si sia trattato o meno di mafia spetta ai giudici stabilirlo, noi cittadini dobbiamo essere indignati da quello che mafia capitale ha fatto emergere, cose che, diciamoci la verità, sapevamo tutti, magari non in queste dimensioni. Tutti sapevamo quale era e purtroppo credo qual è ancora il sistema che ha regolato gli affidamenti pubblici e le pubbliche commesse”.