Ci perse la vita sull’abolizione dell’articolo 18 Marco Biagi ma molti giovani hanno perso tanti anni di vita lavorativa, a detta di alcuna parte della politica. La pensa di certo così Arturo Scotto, deputato del Movimento Democratico e Progressista, che, in prossimità del grande raduno di sabato a Napoli, è intervenuto ai microfoni della trasmissione “Ho scelto Cusano”, condotta da Gianluca Fabi e Livia Ventimiglia. Ecco cos’ha detto su Radio Cusano Campus, emittente dell’università Niccolò Cusano.

Abolire l’articolo 18 avrebbe dovuto dare una scossa ad un mercato del lavoro moribondo. A prescindere dalla corrente a cui si appartiene (c’è chi pensa ad un complotto e chi solo ad un errore di valutazione), è indubbio che l’impatto di questa azione non abbia sortito l’effetto sortito. Esprime un concetto più articolato sul tema Arturo Scotto, deputato del Movimento Democratico e Progressista. Ecco i passaggi più importanti della sua intervista su Radio Cusano Campus:

Sul ripristino dell’articolo 18: “Con la Cgil c’è una profonda sintonia. Abbiamo chiesto che la Camera discutesse la carta dei diritti universali dei lavoratori, perché pensiamo che quella ricetta che ha visto milioni di cittadini italiani firmare debba arrivare all’attenzione del Parlamento e dopo 3 anni occorre riparare quell’errore clamoroso che è stato fatto dell’abolizione dell’articolo 18. Ha aumentato la precarietà e ha indebolito il lavoro e il suo potere contrattuale. L’art. 18 è una questione democratica, riguarda il potere contrattuale dei lavoratori e quanto pesano sulla scena politica italiana, quindi non c’è altra strada che riparare all’errore di averlo cancellato. Quella fu un’operazione completamente ideologica e fu un regalo fatto a una parte rilevante di Confindustria che continua a sostenere che la competizione internazionale si fa sui costi e sui diritti. Quando questa legge arriverà in aula, confidiamo nella capacità di revisione del Pd. D’altra parte, come dimostra la vicenda dei voucher, dopo che per mesi avevano detto che non si toccavano, adesso li aboliscono perché temono di perdere il referendum”.

Sulla legge elettorale: “Occorre rispondere ad una domanda: la possibilità per gli elettori di eleggere i propri rappresentanti. Dunque bisogna togliere di mezzo i capilista bloccati, poi bisogna garantire equilibrio tra rappresentanza e governabilità e capire che è finita la democrazia dell’uomo solo al comando”.

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