Non sembra che ne usciremo presto. La nostra società moderna, a partire da quel fatidico 11 settembre 2001 (giorno dell’attentato alle Torri Gemelle di New York), non ha più smesso di doversi confrontare col terrorismo. Quando le acque si calmano e nelle nostre teste ci raccontiamo la favola che forse sia tutto alle spalle, arriva un nuovo brutale attacco che ci rigetta nella disperazione. A distanza di oltre una decade, però, va detto che alcune modalità sono mutate. I recenti attentati terroristici in Europa, compreso quello al Parlamento di Londra, dimostrano, infatti, come l’ISIS e gli altri gruppi jihadisti stiano puntando sempre di più sul terrorismo “fai da te”. Cerchiamo di capirne di più.
Terrorismo fai da te? Sembra di sì. Le modalità degli attacchi compiuti a Nizza, Berlino e Londra, infatti, ricalcano quelle suggerite dai manuali diffusi in rete da Al Qaeda e dal Califfato. «Il terrorismo fai da te è quello messo in pratica da ragazzi che, apparentemente in modo autonomo, ci attaccano nelle nostre città» ha spiegato a Radio Cusano Campus la Professoressa Laura Quadarella Sanfelice di Monteforte, docente di Politiche di contrasto al terrorismo nell’ambito del Master di II livello in Geopolitica della sicurezza all’università Niccolò Cusano. «Questi ragazzi –ha aggiunto la Prof. Quadarella Sanfelice- vengono definiti lupi solitari poiché agiscono da soli, o quantomeno in autonomia rispetto ad un’organizzazione terroristica, con strumenti fai da te. Il lupo solitario potrebbe essere un homegrown terrorist o un foreign fighter.  Homegrown terrorist è quel ragazzo che si è radicalizzato e addestrato direttamente in occidente, dove vive e spesso dove è nato. Il foreign fighter invece è colui che dopo essere andato a combattere in un teatro di crisi, torna in occidente per commettere atti terroristici. E’ più pericoloso dell’homegrown terrorist perché ha avuto un addestramento militare e spesso ha un legame diretto con l’organizzazione presso cui ha militato». Questi temi sono stati affrontati dalla Prof. Quadarella Sanfelice di Monteforte nel suo ultimo libro “Perché ci attaccano. Al Qaeda, l’Islamic State e il terrorismo “fai da te” “, edito da Aracne. Dallo studio degli attentati e del materiale diffuso in rete si comprende quali attacchi sono condotti e coordinati da gruppi jihadisti e quali semplicemente ispirati alle loro idee. Si riesce quindi a rispondere a domande come quella che ha dato il titolo al libro e a ipotizzare «chi, quando e dove ci attaccherà».
Quanto appena letto non fa che sostenere l’esigenza di formare nuove professionalità in grado di muoversi in questo settore. Offre il suo contributo Unicusano che circa il Medio Oriente eroga diversi master precipui. Inizia una nuova guerra dove l’arma è la cultura!