Hanno molto colpito le dichiarazioni di ieri sera dell’avvocato penalista Daniele Bocciolini sull’efferato omicidio di Alatri. Persino Sky Tg24 non è rimasto indifferente tanto da chiamare il legale a spiegarlo ancora meglio. Di che si tratta? Ospite del nostro Matteo Torrioli nella sua trasmissione “Legge o Giustizia”, ha analizzato il tremendo fatto di cronaca che sta scuotendo la sensibilità dell’Opinione Pubblica ed ha stilato uno scenario piuttosto inquietante. Vediamo di seguito come ha snocciolato l’intervento ai microfoni di Radio Cusano Campus, emittente dell’università Niccolò Cusano.

Ad Alatri qualche giorno fa s’è consumato un episodio feroce che urta la sensibilità di tutti e che è costata la vita ad un giovane ragazzo, Emanuele Morganti. Le acque si sono tutt’altro che calmate e lo spiega l’Avvocato Daniele Bocciolini in diretta su Radio Cusano Campus:

L’analisi del delitto di Alatri: “E’ stata un’esecuzione in piena regola. Violenza genera violenza. Non solo hanno lasciato il paese le famiglie degli indagati ma sembrerebbe che anche diversi colleghi avvocati abbiano rinunciato all’incarico perché minacciati. C’è un clima di intimidazione tale che un collega si è ritrovato sotto lo studio degli amici di Emanuele Morganti solo perché sembrava stesse per prendere la difesa di uno dei sospettati”.

Sullo stato delle indagini: “Le indagini sono appena partite e già hanno individuato due persone. Due veri e propri leoni che sono subito scappati via per paura. Sono degli idioti, vigliacchi ed inutili per la società, che commettono in branco un simile gesto e poi scappano via. Mi lascia sconvolto anche il fatto che, ad ora, non c’è stata nessuna parola di scuse da parte delle famiglie degli aggressori nei confronti della vittima”.

Circa l’omertà dei testimoni del delitto: “Per me è stato assurdo che solo una persona sia intervenuta a difendere Emanuele e chiamare le forze dell’ordine. C’erano almeno cento persone nel locale ma nessuno ha fatto niente. Bisogna sapere che ha rilevanza penale anche non essere intervenuti. I giudici rilevano anche le condotte omissive, come l’omissione di soccorso. Certo, posso capire la paura di chi era presente ma ora queste persone hanno paura anche di testimoniare. Ora questi ragazzi devono intervenire, devono parlare e dire quello che sanno. Rendere dichiarazioni false, quindi anche tacere circostanze di cui si è a conoscenza, è punito tanto quanto la partecipazione alla rissa aggravata”.

Sui possibili scenari futuri: “Con questo tipo di informazione, ovvero facendo uscire i nomi di tutti, dagli indagati ai testimoni,  noi forniamo il movente per tutta l’escalation successiva di violenza. Ultimamente alla violenza si risponde con altra violenza. Adesso chiunque si potrebbe sentire in diritto di aggredire un parente degli indagati. Sono convinto che, se non oggi, dopo Emanuele ci scapperà un altro morto collegato a questa vicenda. Ora qualcuno deve garantire la sicurezza ai testimoni che, giustamente, hanno paura di parlare. Voglio mandare loro un messaggio di solidarietà, perché questi ragazzi hanno paura dei “capi banda” del paese. Si supera la paura proteggendoli, non mettendo i loro nomi sui giornali”.

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