Assistenti sessuali per disabili. Parla Max Ulivieri, che intervenendo a Radio Cusano Campus, nel corso del format ECG, condotto da Roberto Arduini e Andrea Di Ciancio, ha esposto la propria idea. Max Ulivieri non ha dubbi. È affetto da una neuropatia genetica che colpisce il sistema nervoso, e dal 2013 cura il progetto Love Giver, nato per rispondere al “diritto alla salute e al benessere psicofisico e sessuale” delle persone disabili.

ASSISTENTI SESSUALI PER I DISABILI. PARLA MAX ULIVIERI. ASCOLTA L’INTERVISTA RILASCIATA A RADIO CUSANO CAMPUS

Max Ulivieri, affetto da C.M.T. 1A è il creatore di loveabilty, che tratta di amore e sessualità nella disabilità: “La proposta di legge per l’assistenza sessuale ai disabili fatta da Ileana Argentin non è altro che la copia di una proposta presentata dal senatore Lo Giudice un anno prima in Senato, proposta che Lo Giudice ha scritto insieme a me.  Siamo in un Paese in cui su questioni legate a scelte forti, personali, c’è sempre una forte divisione. Ci sono argomenti che creano sempre divisione, a me non interessa convincere tutto il Paese. Ho creato nel 2013 un comitato per cercare di portare in Italia questa figura che si definisce assistente sessuale, anche se noi abbiamo dato una definizione molto più completa, perché noi la definiamo come operatore all’emotività e all’affettività di persone con disabilità, che deve occuparsi anche di aspetti psicologici, non soltanto di questioni fisiche”.

La figura professionale di assistenti sessuali per i disabili che Max Ulivieri in mente è chiara: “Uomini o donne con orientamento bisessuale, eterosessuale o omosessuale che dopo un corso professionale dovranno occuparsi di quelle persone con gravi disabilità sia fisiche che intellettive che purtroppo per la loro condizione non hanno mai potuto sperimentare una dimensione che in realtà è totalmente naturale, che è quella della sessuali. L’assistenza di cui si parla non è prostituzione. La differenza è semplice. Chi vuole fare l’operatore all’emotività e alla sessualità fa un percorso formativo, dove ci sono psicologi, medici e tutte quelle componenti che possano aiutare a gestire la diverse disabilità, non mi risulta che chi si prostituisce faccia dei percorsi in tal senso. I percorsi servono assolutamente, quando ti trovi davanti delle persone paraplegiche o che hanno il catetere o il respiratore, devi studiare, devi capire le differenze tra una patologia e l’altra. Un’altra differenza molto forte è lo scopo. Mentre chi si prostituisce ha lo scopo di guadagnare e basta e quindi cerca di fidelizzare il cliente, l’assistente fa il contrario, nel suo operato cerca di ottenere il modo affinché il disabile poi non abbia più bisogno di questa figura”.

Max Uliviari, proprio per sensibilizzare sul tema degli assistenti sessuali per i disabili, qualche giorno fa ha lanciato un appello: “Se verranno a bussarmi alla porta per accusarmi di favoreggiamento della prostituzione ne parleremo. Per ora si è mosso qualcosa a livello mediatico, ma io voglio andare avanti realmente, non ho parlato solo per fare folklore. Credo assolutamente che i diritti non si debbano adeguare alla legge ma che la legge si debba adeguare ai diritti. Non voglio più sentire di persone che muoiono senza mai vivere una dimensione che io ritengo fondamentale per una persona”.