Cécile Kyenge: “Chi nasce in Italia è italiano”. L’eurodeputata continua la propria battaglia per il riconoscimento dello ius soli e intervenendo a Radio Cusano Campus nel corso di ECG, al telefono con Roberto Arduini e Andrea Di Ciancio, dichiara: “Ho ribadito sia a Mattarella che a Grasso quanto sia importante questa riforma della cittadinanza”.
CECILE KYENGE: “LA MIA BATTAGLIA PER LO IUS SOLI CONTINUA”. ASCOLTA L’INTERVISTA
Cécile Kyenge ha concentrato sull’importanza dell’Europa l’inizio del proprio intervento e, prima di parlare di ius soli, ha dichiarato: “L’Europa deve tornare ad essere terra di diritti, anche tutto quello che stiamo vedendo a Londra, le difficoltà, i disagi, dobbiamo rispondere con più Europa, contro tutte le disuguaglianze, dobbiamo partire da domani per fare più Europa. Più Europa, questa è la mia risposta a chi lancia messaggi pessimisti e negativi, a chi non ha capito la potenza del progetto che sta dentro la parola Europa, un progetto nato dopo lunghi conflitti e lunghe guerre sul nostro territorio. Cosa saremmo noi senza il progetto europeo? Vivere 70 anni di pace non è mai capitato a nessun continente sulla nostra terra, eppure noi ce l’abbiamo fatta. La giornata di domani è importante, è da domani – ha proseguito ancora Cècile Kyenge prima di parlare di ius soli – che dobbiamo rinascere, ripartire. 60 anni di Europa devono rappresentare un’occasione costituente per rifondare la nostra Unione, ripensare all’Istituzione, è proprio per questo che dico “buongiorno Europa” e lo faccio con forza. Fatti gli europei ora dobbiamo fare l’Europa, come ha detto il nostro Presidente Mattarella”.
Cecile Kyenge continua a battersi in Italia per lo Ius Soli: “Politiche sociali e di integrazione possono far parte di questo grande progetto europeo da cui nessuno si deve sentire escluso. Via la paura, via la timidezza, c’è una grande crisi di solidarietà tra gli stati membri. Prosegue la mia battaglia per lo Ius Soli. Ho ricordato sia a Mattarella che a Grasso che la riforma della cittadinanza è importante. La politica deve far capire che ci sono circa un milione di giovani che sono nati e cresciuti qui ma che si vedono negare il proprio futuro. Non solo bambini piccoli, ma anche giovani, donne e uomini che si battono per questo. Io sono al loro fianco, chi nasce in Italia è italiano e quella legge deve arrivare fino in fondo. A chi parla di invasione, io rispondo che questa è un valore aggiunto, perché è una battaglia di civiltà, una battaglia in cui ci riconosciamo e in cui siamo coerenti con i nostri valori, dove riconosciamo che i diritti sono uguali per tutti. Questi giovani sono il futuro dell’Europa”.