Tutti i bambini del mondo, grandi o piccoli che siano, stanno piangendo. Perché? Perché è morto l’amato e vivace Mago Zurlì che ha fatto sognare e giocare almeno tre generazioni. La morte di Cino Tortorella è avvenuta ieri a Milano, a pochi giorni dai 90 anni che avrebbe compiuto in giugno. Sua è la creatura de “Lo Zecchino d’oro” e sua era la classe di aver portato i costumi di magia in Rai. Mantella azzurra e bacchetta magica, questa era la sua divisa d’ordinanza. Nato a Ventimiglia nel 1927, Tortorella esordì nel mondo dello spettacolo in un ruolo che la leggenda vuole propostogli da Umberto Eco, all’epoca funzionario Rai, nel 1957 per il programma per “Il mago del Giovedì”. Da allora pochi inciampi e tanto successo.
La morte di Cino Tortorella dispiace molto. Per tutti era il Mago Zurlì ma in realtà era anche autore e regista e grande appassionato ed esperto di enogastronomia. L’unico neo di una carriera brillante in televisione fu l’esclusione da “Lo Zecchino d’oro”, avvenuta una decina di anni fa, su cui dichiarò al Signorini Show su Radio Montecarlo:
“Sto facendo un’azione legale perché voglio riprendermi lo Zecchino e voglio difenderlo da chi ne vuole distruggere lo spirito. La Rai mi sta facendo fare la fine di Mike Bongiorno, ma io non avrò nemmeno il funerale in Duomo”.
Il titolo “Morto il Mago Zurlì” rischiò di uscire in tutti i media per ben due volte. Nel 2007 e nel 2009, infatti, il suo cuore smise di battere per due ischemie dalle quali lui stesso ironizzava “sono partito più forte di prima”. Da lì l’esperienza del mago con l’adilà che raccontò così a Pomeriggio 5 aveva raccontato di aver visto l’aldilà.
“Mi sono sentito in una dimensione straordinaria senza sentire più dolore. Ero in un abisso di chiarità e ho visto il volto di mia sorella e di Mariele Ventre (la direttrice del coro dell’Antoniano ndr). Io non sono molto religioso ma dico a tutti che la vita non sarà finita dopo”.
Ora in Rai resta la figlia di Cino Tortorella, Chiara, che da tempo conduce con successo programmi per ragazzi.