Fa sempre tanto discutere il metodo del Movimento 5 Stelle. C’è chi lo considera il non plus ultra della democrazia moderna e chi lo taccia di neo-fascismo. Interviene in questa discussione pubblica l’avv. Lorenzo Borrè, legale che assiste alcuni esponenti del Movimento 5 Stelle di Napoli e Roma esclusi dal partito, che è intervenuto ai microfoni di “Legge o Giustizia” del nostro Matteo Torrioli. Ecco cos’ha detto il legale su Radio Cusano Campus, emittente dell’università Niccolò Cusano.
Espulsi dal Movimento 5 Stelle giusti o no? E’ chiaro che nel gioco delle parti ognuno crede di avere ragione. Esprime chiaramente la sua opinione in merito anche l’avv. Lorenzo Borrè, legale che assiste alcuni esponenti del Movimento 5 Stelle di Napoli e Roma esclusi dal partito. Ecco i passaggi chiave su Radio Cusano Campus:
Su quanto accaduto a Genova con la candidata Cassimatis: “Alcuni attivisti mi hanno contattato per avere dei ragguagli ed orientamenti. Non c’è nulla di formalizzato nei rapporti. Attualmente il mio interesse è da cultore della materia”.
Sul fatto che Grillo ha detto che, in quanto garante, può prendere decisioni come quella delle comunarie di Genova: “Il garante del Movimento è una figura che non è prevista dallo statuto o dal regolamento. Lo statuto è molto generico e si basa sul concetto dell’”uno vale uno” e sull’indirizzo politico, ovvero la partecipazione della rete. Il regolamento, che è soggetto ad impugnazione, come organi del Movimento menziona il Collegio dei Probiviri e il Comitato d’Appello, oltre all’Assemblea degli iscritti e al Capo Politico. Nell’articolo 1 bis non compare, insomma, la carica di “garante”. C’è un’altra peculiarità della vicenda. Mentre nei casi che assisto si è proceduto prima all’espulsione dal partito e poi all’esclusione dalle comunarie o dalla lista, qui abbiamo una contestazione di condotte che non hanno portato, almeno fino ad oggi, alla sospensione o all’espulsione dei candidati. Non sono stati ritenuti “degni” di rappresentare il Movimento. Queste prerogative, e mi riferisco al fatto di indire nuove votazioni per ripescare la lista Pirondini, non sono supportate da altre norme, anzi contrastano col regolamento interno”.
Sulla vincolarità delle votazioni della rete rispetto al capo politico, non il garante: ” L’ultimo comma dell’articolo 2 dice che “le decisioni assunte dell’assemblea sono vincolanti per il capo politico del Movimento 5 Stelle e gli eletti”. La lettera “b” dice che sono rimesse all’assemblea mediante la votazione in rete la scelta dai candidati. Per questo combinato disposto, riterrei che Beppe Grillo debba rispettare quanto deciso dalla rete, a meno che non si vogliano introdurre deroghe non previste. Inoltre, il regolamento dice che quando si tratta di consultazioni limitate territorialmente, come nel caso di Genova, il Capo politico o un quinto degli iscritti possono sottoporre a convalida questa votazione, mediante votazione in rete alla quale sono ammessi tutti gli iscritti certificati”.