Quando si è chiamati a dover colmare un gender gap, il più delle volte lo si fa per restituire equilibrio numerico ad un determinato settore nel quale, più spesso, gli uomini sono di gran lunga più presenti rispetto alle donne. Esiste, però, una professione che sembra di esclusiva competenza femminile e si tratta dell’insegnamento. In questo senso, il fenomeno della femminilizzazione della professione docente, non riguarda solo il nostro paese anche se all’interno dei nostri confini nazionali, vanno rilevati picchi significativi. A farlo è l’Ocse, l’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo, che nel fornire il quadro di un sistema educativo mondiale dove la presenza delle insegnanti donne è assolutamente predominante, si è chiesta se questa tendenza possa arrivare a compromettere la formazione degli studenti.

In Italia 4 insegnanti su 5 sono donne ovvero l’83 per cento del corpo docente. Nel mondo la percentuale scende al 68 per cento ma resta comunque altissima. Questo significa che la figura del docente uomo è a serio rischio d’estinzione, con la figura del maestro che è andata definitivamente sparendo mentre regge l’urto il ruolo del professore impegnato nella scuola secondaria superiore. Si pensi che su un totale di 729.997 docenti soltanto 126.317 sono uomini, pari ad un 17,3 per cento, contro le 603.680 professoresse donne. Il ministero dell’Istruzione però segnala che tra le fasce più giovani dei docenti, ovvero al di sotto dei 35 anni, la percentuale maschile sta aumentando.

Quali sono le cause dell’attuale squilibrio di genere? Sempre secondo l’Ocse ci sono circostanziate ragioni economiche alla base del fenomeno in analisi, ragioni che si ripetono anche in paesi dalle strutture educative molto diverse tra loro. Nei paesi dell’area Ocse un insegnante di scuola primaria guadagna il 70 per cento di quello che incassano invece uomini con il suo stesso livello di istruzione. E le donne? In tutti e tre i livelli di istruzione il loro stipendio è circa il 90 per cento degli stipendi delle altre lavoratrici a pari condizioni. Dunque è evidente che insegnare per una donna è più conveniente. In Italia oltre allo squilibrio di genere preoccupa anche quello generazionale perché si registra la più altra percentuale di docenti ultracinquantenni. Addirittura il 69 per cento nella secondaria superiore.