Non c’è pace per Vincenza Sicari. Rispetto a quanto già emerso mesi fa (qui la sua intervista di gennaio), la situazione dell’ex maratoneta azzurra è tutt’altro che chiara. La 38enne è ricoverata dallo scorso novembre presso l’ospedale Sant’Andrea di Roma, dove non riesce ancora ad ottenere una diagnosi certa della patologia che la tiene immobilizzata in un letto da oltre 3 anni. Il suo nuovo legale, l’avvocato Lorenzo Maria Ciccolini, ha depositato l’istanza di accesso agli atti alla direzione sanitaria del nosocomio romano, manifestando inoltre «la più ampia disponibilità ad incontri, anche per le vie brevi, che siano propedeutici ad individuare la migliore soluzione possibile per la paziente». La richiesta, sottolinea il legale, è «connotata da estrema urgenza» in quanto la Sicari «versa in condizioni tragiche ormai da più di tre anni». Nell’istanza viene ricostruito il progressivo decadimento fisico della Sicari, con i primi sintomi che si sono manifestati nel 2013 e che sono stati seguiti da una serie di ricoveri presso vari centri in Italia.
L’avvocato Ciccolini evidenzia come secondo molti degli ospedali che l’hanno avuta in cura per la Sicari ci sia «la sussistenza obiettiva di elementi che possono portare a sostenere la presenza di una malattia neurodegenerativa» che richiederebbe ulteriori accertamenti. Una tesi, questa, sostenuta anche dall’Institut de Myologie, un centro di eccellenza a Parigi. Nonostante ciò, sottolinea il legale, dal 21 novembre scorso fino ad oggi l’ospedale Sant’Andrea «sembrerebbe avere ritenuto opportuno non svolgere nessun tipo di accertamento» ad eccezione di una PET effettuata il 2 gennaio su «pressioni della paziente». «Da tale momento la signora Sicari non è stata quindi oggetto né di attività diagnostica, né di una terapia», evidenzia l’avvocato.