Cosa fanno quattro amiche di vecchia data nel ritrovarsi, dopo dieci anni di lontananza? Si alleano, come accade di rado. “Madri a Rendere” di Beatrice Tauro tra modernità e romanticismo mette sul piatto della bilancia la situazione delle donne oggi, e quella che dovrebbe essere, auspicando un punto d’equilibro! E’ positiva l’emanazione di ognuna di loro, è il risultato di dolorosi percorsi di sofferenza che finalmente le ha preparate ad accogliere nuove vite. Ne viene fuori, un concetto di famiglia distante da quello tradizionale, ed è la scoperta che ogni lettore compirà leggendo il romanzo. Il desiderio di prodigarsi in toto per una nuova vita legherà indissolubilmente le quattro, indisposte dal passato, bendisposte dall’amicizia e dal futuro che le aspetta. Tant’è che si alleeranno per il tempo che verrà. Abbiamo parlato del primo romanzo di Beatrice Toro a #genitorisidiventa, su Radio Cusano Campus.
“Queste donne erano state molto amiche ai tempi dell’università avevano convissuto e condiviso lo stesso spazio, si perdono di vista e su iniziativa di una di loro, Elena, si ritrovano non per un semplice appuntamento goliardico, ma per confrontare i loro vissuti, e mettere sul tavolo della discussione un elemento fondamentale: la maternità. C’è tutto un interscambio dal quale nasce un altro fattore che mi piace citare ed è la sorellanza. Queste quattro donne si alleano per la vita. L’amicizia al femminile è più complicata, le donne sanno essere tanto solidali e unite, quanto ostili. Dipende certamente dai contesti nei quali l’amicizia nasce e si sviluppa. La prima parte del romanzo è tutta centrata sul legame di amicizia che lega queste quattro donne. “Madri a rendere” nasce in un modo poi prende un’altra direzione, queste quattro donne faranno una scelta di vita che le porterà a condividere ‘una maternità’. Questo è il tema centrale del romanzo. Per alcune la maternità è negata biologicamente, per altre è negata da un compagno che non ricambia, per altre è negata da un evento traumatico dell’esistenza dal quale prende il via la ricerca di una maternità diversa. Quella degli uteri in affitto è una maternità a perdere, quella raccontata nel libro è una maternità a rendere!”
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