Giosuè Bruno Naso, legale tra gli altri di Massimo Carminati, è intervenuto questa mattina ai microfoni di Radio Cusano Campus, l’emittente dell’Università degli Studi Niccolò Cusano, nel corso di ECG, con Roberto Arduini e Andrea Di Ciancio.

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Sul saluto romano di Massimo Carminati in tribunale Giosuè Bruno Naso ha detto questo: “Se dobbiamo essere seri, dovremmo chiuderla qui con il riferimento a questa storia del saluto romano, del saluto fascista. Bisognerebbe chiedersi perché tutta questa attenzione, come mai questa attenzione quando ci stiamo avviando verso la conclusione del processo. Sta rendendo le sue dichiarazioni Buzzi, alla fine del mese, per la prima volta nella sua storia processuale, anche Massimo Carminati si sottoporrà ad esame e poi dopo Pasqua comincerà la discussione, per cui una sentenza è ragionevolmente prevedibile per prima dell’estate. E allora guarda un po’, determinate fonti giornalistiche normalmente sensibili o comunque in sintonia alle indicazioni che provengono dalla Procura, notano il gesto di Carminati, che è un gesto ovviamente di saluto e di esultanza all’amico Brugia, che a sua volta, prima di lui, lo aveva salutato. Io sto riferendo quello che mi ha raccontato mia figlia, perché non sono stato in aula a vedere questo filmato, ma mia figlia mi ha riferito che i due si sono salutati e ovviamente l’unica forma di saluto possibile è quella di agitare le braccia, perché non credo che un contenuto e signorile gesto del capo sia visibile attraverso lo schermo. Del resto parliamo di due persone, Carminati e Brugia, che ostentano la loro amicizia da mezzo secolo, che prima si vedevano tutti i giorni, in comunione umana e personale, loro e le loro famiglie. Il fatto che approfittino di un momento finale per mandarsi un segno di saluto non significa assolutamente nulla. Non si possono scrivere, parlare, sentire o vedere. Forse persino Brugia e Carminati coltivano dei sentimenti…Forse anche loro possono approfittare di un momento in cui si vedono sui rispettivi schermi per salutarsi. Apologia di fascismo per questo gesto? Da Carminati sarebbe vissuto veramente come un assist. Se dopo tutto questo can can a carico di Carminati residuasse una contestazione di apologia di fascismo, vorrebbe dire che veramente di più e di meglio non sono stati in grado di mettere insieme in questi due anni di dibattimento. Come in realtà è stato, soprattutto per l’accusa di associazione di stampo mafioso, per la quale non è emerso nulla di preoccupante per gli imputati”.

Sul processo, che si avvia alle sue fasi finali: “Lo dirò anche in discussione, questo è stato un processetto, nel senso non suoi profili dei caratteri tecnico e giuridico, è un processo di una banalità spaventosa, non c’è un profilo che susciti un approfondimento di natura tecnico-scientifica, non c’è un tema dibattuto o controverso, nel quale vi sia un conflitto giurisprudenziale. V’è un mare infinito e vergognoso per quel che è costato all’erario, e questo la disinformazione sistematica non lo evidenzia mai. In questo processo si sono registrate quattro milioni di conversazioni telefoniche, il costo di questa attività di intercettazione è di decine di milioni di euro, che paga l’erario. Di queste 4 milioni di intercettazioni ne è stata chiesta la trascrizione di diciottomila. Questo processo è stato fatto sulle parole, sulle intercettazioni, sulle congetture che gli inquirenti hanno ritenuto di poter fare sulla base di queste parole carpite. Normalmente nei processi ci sono anche le parole comprate, quelle dei collaboratori di giustizia, in questo processo mancano anche loro, questo vorrà pur dire qualche cosa…”.

Sulla sentenza, Giosuè Bruno Naso, l’avvocato di Massimo Carminati dice questo: “Per qualità professionale dei tre magistrati che compongono il collegio, per doti intellettuali e morali dei componenti del collegio, io dovrei dormire sonni tranquilli, sia io che i miei colleghi del collegio di difesa e quasi tutti gli imputati, quanto meno con le imputazioni di natura più squalificanti. Parliamoci chiaro, il processo si gioca tutto sulla contestazione del 416 bis, il resto sono episodi, casi, casistica di ordinario malaffare che purtroppo vive nel sottobosco politico e amministrativo di quasi tutti gli enti pubblici di questo Paese, con tutto ciò che la cosa comporta. E oltretutto di modesto livello, parliamo di cifre che sono risibili, rispetto a quelle che si sono sentite anche in questi ultimi giorni con riferimenti ad altre vicende. Un confronto tra cifre veramente ci fa apparire come degli straccioni rispetto ad altri che sono tutt’altro che straccioni. Se mi debbo preoccupare solo di questo potrei dormire sonni tranquilli. Il punto è: se la sentirà questo collegio di dare un colpo mortale ad una cultura della giurisdizione, perché di questo si tratta. Bisogna vedere – prosegue Giosuè Bruno Naso, legale di Massimo Carminati- se il tribunale avrà con la propria sentenza la forza di rimarcare la propria competa autonomia e indipendenza di giudizio dalla impostazione della procura. Questo è un processo che potrebbe rivelare, una volta per tutte, come in Italia sia assolutamente indifferibile il problema della separazione delle carriere. Se potessimo contare su un giudice terzo, che non si pone minimamente il problema  degli effetti che una sentenza di assoluzione dal reato di associazione potrebbe provocare nei giochi di potere, negli equilibri, nella considerazione pubblica, nelle ambizioni personali della procura e dei suoi rappresentanti…Se questo ci sarà, io sono sereno e tranquillo che non ci potrà essere una sentenza di condanna sul punto. Se invece persino questi giudici non potranno fare a meno di affrancarsi da questo condizionamento, allora vorrà dire che veramente il problema della separazione delle carriere e della restituzione del giudice alla sua piena, completa e totale libertà sarà arrivato al capolinea. Se ragiono col cuore sono tranquillo e sereno, se ragiono con la mente sono meno tranquillo e meno sereno”. 

L’avvocato di Massimo Carminati, Giosuè Bruno Naso, poi, è tornato a parlare di Lirio Abate: “Ha detto che Carminati non prenderà bene il suo nuovo libro? Mi sento di escluderlo perché Carminati si potrebbe preoccupare delle cose serie, le cose che provengono da Lirio Abbate a mio modesto avviso non sono serie, non sono documentate e non tengono conto di tutti gli elementi di natura processuale. Abbate e con lui vari altri giornalisti pensano che il dibattimento fino ad ora celebrato non conti nulla, pensano che contino solo le indagini della procura e dei carabinieri. In realtà dovrebbe essere l’esatto contrario”.