Antonio Di Pietro è intervenuto ai microfoni della trasmissione “Ho scelto Cusano”, condotta da Gianluca Fabi e Livia Ventimiglia su Radio Cusano Campus, emittente dell’Università Niccolò Cusano.
Su Renzi garantista, durante l’intervento al Lingotto, Di Pietro ha parlato di una furbata da parte dell’ex premier: “Una cosa è la responsabilità penale rispetto alla quale si è innocenti fino a condanna definitiva, altra cosa è la responsabilità politica –ha affermato Di Pietro-. Non è che se tu politicamente attui un comportamento che fa schifo e non ti condannano pensi che puoi continuare a fare quello che ti pare e piace. E’ proprio sotto questo aspetto che devi valutare se dimetterti o no. Quando si trattava di mandare via un po’ di ministri che non gli andavano bene ha usato le inchieste per farli dimettere. Ho l’impressione che Renzi abbia fatto più che altro una furbata, perché lui ha fatto questa affermazione con riferimento a Raggi e non con riferimento a Lotti che aveva di fronte, vuol dire che parlava a suocera per far capire a nuora”.
In merito alla richiesta di Graziano, consigliere campano, per far rimanere segreto l’avviso di garanzia fino ad eventuale rinvio a giudizio ha dichiarato di non essere d’accordo sul concedere questo “diritto” ad alcuni personaggi pubblici: “Non c’è dubbio che in molti casi l’avviso di garanza è stato una pre-condanna, soprattutto nei confronti di personaggi pubblici –ha spiegato Di Pietro-. L’avviso di garanzia è giusto idealmente che resti un fatto tra le parti, però nel caso riguardi un personaggio pubblico, qual è l’esigenza più importante da tutelare: quello della riservatezza dell’indagato o quello del cittadino che deve essere informato? Chi vuole avere l’onore di fare il parlamentare devi accettare anche l’onere che quando si indaga su di te lo sanno tutti. Ci sono onori ed oneri, non è che puoi prendere solo la bistecca e buttare l’osso”.
Sul suicidio di Nugnes e la presenza del figlio Tommaso al Lingotto ha affermato di considerare quest’ultima una furbata per criminalizzare a magistratura, che svolge il suo dovere. “Una premessa: massimo rispetto per le persone che si sono suicidate e per i loro familiari –ha dichiarato Di Pietro-. Però non posso accettare che si utilizzino questi metodi per criminalizzare la magistratura. Il magistrato fa il suo dovere nei confronti di tutti, non può sapere se uno può suicidarsi o meno. L’unico modo per evitare che accadano certe cose è abolire le carceri e abolire la pena e quindi un magistrato non dovrebbe fare il suo dovere. Chiamare Tommaso Nugnes al Lingotto è stata una furbata per criminalizzare la magistratura, un’azione che rasenta l’uso strumentale del dramma altrui per avere un vantaggio personale”.