Sono passati quasi 27 anni da quel 12 settembre 1990 quando Davide Cervia, l’ex militare della Marina esperto in Guerre Elettroniche, svanì nel nulla. In attesa della sentenza del processo civile per la causa intentata dalla famiglia contro il Ministero della Giustizia e quello della Difesa, Marisa Gentile, moglie di Davide Cervia ha fatto rivelazioni importanti a ‘La Storia Oscura’ su Radio Cusano Campus (nella foto in alto: un sit-in del Comitato per la verità su Davide Cervia).

Le dure accuse lanciate dalla moglie di Davide Cervia. La signora Marisa (foto a sinistra) ai microfoni della Radio dell’Università Niccolò Cusano ha esordito dicendo: “La specializzazione di mio marito è il movente del rapimento. Non esagero nel parlare di rapimento perché mio marito è stato rapito e c’è tanto di sentenza della Procura generale di Roma che nel 2000 ha stabilito che Davide fu sequestrato. Pertanto, negare la sua specializzazione vuol dire negare il movente di questo rapimento. Perché qui quasi sicuramente parliamo di un traffico di tecnici, parallelo al traffico di armi. Un traffico gestito da strutture occulte e parallele del nostro Paese e non solo. Evidentemente, -ha aggiunto la moglie di Davide Cervia- c’è una verità indicibile da tutelare e quindi si è cercato e si cerca di nascondere anche ciò che è evidente. Per Davide Cervia infatti esisteva un curriculum professionale che il SIOS della Marina ha manomesso. Noi abbiamo richiesto il foglio matricolare che è il curriculum del militare e c’erano evidenti spazi bianchi, palesemente sbianchettati, dove c’era riportata la specializzazione”.

Depistaggi e minacce. Marisa Cervia ai microfoni di Radio Cusano Campus ha aggiunto: “Il servizio segreto della Marina mente sapendo di mentire; perché esiste un fascicolo a nome Davide Cervia (nella foto a sinistra su una nave della Marina) dove risultano tutti i corsi di specializzazione, tutte le competenze tecniche di mio marito. Il SIOS invece a magistrati e carabinieri ha sempre detto che Davide era un semplice elettricista. E questa è un’omissione gravissima, anzi un vero e proprio depistaggio. E’ a dir poco strano che quasi tutte le persone che si sono avvicinate a questo caso, dando un contributo fattivo alla vicenda, prima o dopo, tutti hanno subito come noi minacce e pressioni. E ad oggi, io e i miei figli continuiamo a ricevere minacce e intimidazioni. L’ultima denuncia in tal senso l’abbiamo presentata pochi giorni fa alla Polizia perché mia figlia sul posto di lavoro ha ricevuto la visita di un fantomatico ispettore del Ministero dello Sviluppo Economico incaricato di fare dei controlli. Ci siamo informati presso lo stesso Dicastero e ci hanno risposto di non aver mandato alcuna ispezione”.