Ci sono passioni e passioni. Quelle che nascono e muoiono nel giro di poco tempo, i cosiddetti fuochi di paglia, e quelle che durano una vita. Non ci sono mezze misure. Lo sa bene Alessandro Tozzi che da 37 anni nutre lo stesso, travolgente, duraturo e fedele amore per i Kiss, la band americana che ha lasciato un segno nella storia della musica, con le sue canzoni, il suo stile, i suoi travestimenti. Alessandro aveva 10 anni quanto ne è rimasto letteralmente folgorato. “I miei KISS”, edito da Informazione alternativa, è il racconto di un folle viaggio attraverso gli anni fino ai giorni nostri all’inseguimento di uno dei gruppi rock più famosi e provocatori del globo. Alessandro Tozzi ha voluto mettere nero su bianco, come fosse un diario dei ricordi, aneddoti, emozioni, viaggi di una vita passata all’inseguimento dei Kiss. Alessandro ha presentato il libro ai microfoni di Radio Cusano Campus.
Perché ha sentito l’esigenza di scrivere questo libro?
Ho voluto mettere per iscritto circostanze ed emozioni prima che possano svanire, offuscate dal divenire della vita. Per fortuna la memoria ancora mi assiste ma temevo di perdere con gli anni il ricordo di momenti importanti. Tutti i viaggi intrapresi all’inseguimento dei Kiss sono stati fatti con una personaggi che conoscerete e scoprirete nel libro, amici di una vita, alcuni conosciuti sui banchi di scuola.
Nel libro ricorda la prima volta che ha visto i Kiss dal vivo, il primo concerto. Ci può raccontare quel viaggio rocambolesco?
Un’estate di parecchi anni fa. Ero in Sardegna per una vacanza premio, regalata dai miei genitori per la maturità. Proprio in quella settimana i Kiss si esibivano a Modena e così ho abbandonato per due giorni i miei amici. Ho ripreso il traghetto da Olbia, sono tornato a Roma e con il treno ho raggiunto Modena, dove ci sarebbe stato il concerto. Una bella e faticosa maratona. A diciotto anni si fa questo ed altro.