DonGocò è un mc e freestyler calabrese, attivo fin dalla fine degli Anni ’90. “Conclamata Normalità” è il nuovo album disponibile dal 3 marzo nei negozi e nei digital store con distribuzione Goodfellas. Il disco, che è stato prodotto anche grazie al contribuito della piattaforma di crowdfunding BandBackers, vede la partecipazione di numerosi artisti tra feat e produzioni come Dirty Blade Beats, Libberà, Brigante, Casa del Crudo e numerosi musicisti che impreziosiscono i beat con strumenti analogici. Con questo lavoro il Dongo, dopo dieci anni, ritorna a lavorare sia in studio che live con musicisti che apportano ricchezza armonica alle produzioni sulle quali l’mc calabrese si distende con un flow quasi sempre serrato, forte dell’estrema attenzione ai contenuti e ai giochi di parole, che da sempre caratterizzano i suoi lavori. Ecco l’intervista di DonGocò.
Chi?
Antonio Turano, in arte DonGocò e per gli amici Dongo. Rapper e psicologo arteteRAPeuta.
Che cosa?
La forza della parola e del ritmo, come strumento comunicativo, mezzo espressivo, gesto sonoro. Uno strumento, forse il più potente, con il quale è possibile creare e distruggere, ferire e curare.
Quando?
La passione nasce fin dalla fine degli anni ’80. A 6 anni già ripetevo i testi di Jovanotti a memoria. Dopo circa 10 anni le prime rime nascoste sotto i libri, ora uno strumento di lavoro h 24 in diverse forme.
Dove?
Dalla Calabria nella cameretta, a scuola, per strada, poi locali, contest di freestyle, università, scuole, convegni, aule di formazione, centri anziani, studio di psicologia clinica, comunità terapeutiche, case famiglia, centri diurni, centri di aggregazione giovanile. Ovunque sia possibile è sempre necessario.
Perché?
Perché è un bisogno “egosintonico” e cioè in armonia con il resto della personalità. Un bisogno così forte che se non avesse trovato le forme del rap e della psicoterapia nelle quali prendere forma, forse sarebbe diventato un vero problema.
Ecco il video di “Pratiche inevase” di DonGocò: