Sentenza padri gay, l’Italia discute e il dibattito riesplode. Ne ha parlato stamattina Monica Cirinnà, senatrice del Partito Democratico, intervenendo ai microfoni di Radio Cusano Campus, l’emittente dell’Università degli Studi Niccolò Cusano, nel corso del format ECG, condotto da Roberto Arduini e Andrea Di Ciancio.

“L’ITALIA HA FAME DI DIRITTI”, ASCOLTA L’INTERVISTA INTEGRALE A MONICA CIRINNA’

 

Monica Cirinnà ha parlato della sentenza sui due padri gay che hanno adottato due bambini: “Una sentenza da leggere in ottica globale e in ottica europea, una sentenza di due bambini in stato di adottabilità che sono stati adottati in Inghilterra da due uomini e l’adozione è stata riconosciuta in Italia. Esattamente ciò che accade rispetto a questa globalizzazione dei diritti alla quale stiamo tutti quanti finalmente guardando in modo positivo. L’Italia è bloccata dal punto dei vista dei diritti civili: si va all’estero per nascere, per curarsi, per partorire, per lavorare e per morire. O sblocchiamo la libertà delle persone in termini di diritto di scelta della propria vita oppure continueremo ad avere questi migranti per i diritti. E’ un problema culturale prima che politico, che ancora vede l’Italia legata a due schieramenti ideologici. Per alcune persone la vita non è di proprietà della persona alla quale appartiene ma è di una entità superiore, qualcuno ritiene di poter intervenire sul corpo delle persone al di là delle loro volontà. Così in termini di diritti non andremo da nessuna parte. Io dico che il Parlamento è il Parlamento di un partito laico, che ha come unico riferimento la Costituzione. Poi ognuno tiene i testi sacri dentro casa o nel proprio cuore”.

 

Sul fatto che con queste sentenze la magistratura possa andare più avanti della politica Monica Cirinnà è categorica: “Il problema riguarda la domanda. Come tutte le domande e tutte le offerte anche il campo dei diritti appartiene alle leggi di mercato. Quando il Parlamento e la politica decidono di non decidere, come sta accadendo sulla legge del fine vita ad esempio, i cittadini hanno un altro riferimento, la magistratura appunto, che a differenza del Parlamento e della politica deve decidere per forza, perché ogni richiesta deve concludersi con una sentenza. I magistrati stanno facendo il proprio lavoro, davanti alla domanda di diritti rispondo, nella maggioranza dei casi in modo positivo, sempre nel’interesse del minore che è prevalente e assoluta“.

 

Monica Cirinnà nella corsa al ruolo di segretario del Partito Democratico si è schierata con Orlando: “Ho seguito le parole chiave che sono uguaglianza, libertà e laicità. Questi sono i temi che ritrovo nella mozione dell’amico Andrea Orlando. Sono i temi che ci porteranno, se Andrea diventerà segretario del Pd, ad essere di nuovo un partito inclusivo e plurale, un partito che parli a tutti e in cui tutti abbiano pari dignità. Io con grande rispetto dico che il fatto di appoggiare Orlando non è una cosa contro Renzi. Riconosco a Matteo il coraggio politico di aver messo la fiducia sulla legge sulle unioni civili, ma non mi sta bene questa unicità del capo, questo andare avanti a colpi di sciabola anche davanti a richieste diverse del Paese e poi anche questa influenza pesante dell’area ultra-cattolica dentro la mozione Renzi francamente infastidisce. Emliano? E’ una risorsa del Pd. Sia lui che Emiliano stanno sbagliando. Renzi continua da tempo a fare l’occhiolino ai voti dei moderati e del centrodestra, mentre Emiliano parla ai voti che il Pd ha perso nell’area di sinistra ritenendo che molti voti del Movimento Cinque Stelle provengano dal Pd. Io credo sbaglino entrambi, non dobbiamo andare a cercare voti in giro da persone che la pensano diversamente. Dobbiamo semplicemente dare segnali veri e forti sui temi che dovranno caratterizzare il Partito Democratico”.