Antonio Di Pietro a tutto tondo. L’ex pm intervenendo su Radio Cusano Campus nel corso del format ECG, condotto da Roberto Arduini e Andrea Di Ciancio, prima ha parlato del caso consip, poi ha mandato un messaggio a Beppe Grillo, Luca Lotti e Michele Emiliano. 

Antonio Di Pietro ha detto la sua sul caso Consip: “Tanto fumo e tanto arrosto. La cosa che più mi amareggia come cittadino e come magistrato non è ciò che è stato scoperto, che è poco, molto poco, quasi niente, ma ciò che non si è potuto scoprire, perché qualcuno all’interno degli investigatori invece di fare il suo mestiere è andato ad avvertire, a dire che erano state messe microspie e che erano in atto intercettazioni. A quel punto gli indagati quando hanno saputo questo hanno imboscato tutto, non ci vuole Di Pietro pm per capirlo. L’amarezza non è in ciò che si è scoperto, ma in ciò che si sarebbe potuto scoprire”.

Su Luca Lotti questa l’opinione di Antonio Di Pietro: “Io quando ho avuto un’attenzione della magistratura nei miei confronti, sia da magistrato che da ministro, mi sono dimesso immediatamente. Questo non per l’avviso di garanzia, ma per non mettere l’imbarazzo l’organismo in cui lavoravo, soprattutto con riferimento ad una responsabilità politica. Quando è capitato a me, mi sono dimesso. Quando uno è innocente è anche facile dimettersi. Credo che le dimissioni in certi casi siano un atto di trasparenza. Fossi stato in Lotti, non sarei arrivato alla mozione del Movimento Cinque Stelle, mi sarei dimesso prima. Ma per me era facile, sapevo di essere innocente“.

Sul battibecco Grillo-Renzi Antonio Di Pietro la pensa così: “Io voglio bene a Beppe Grillo e sono soddisfatto del Movimento, che ha rappresentato un ricambio generazionale della politica. Detto questo, però, caro Beppe, giochiamocela sul piano politico, non attacchiamo sul piano personale i padri per screditare i figli. Ognuno è responsabile di sé stesso. Mi dispiace che la lotta politica debba ricorrere ad attacchi ai propri famigliari. Lasciamo stare le nostre famiglie”.

Di Pietro dice che oggi non saprebbe chi votare: “Per definizione andrò sempre a votare perché ritengo che un cittadino che non va a votare poi non si deve più lamentare delle cose che non vanno. Detto questo, se si votasse domani mattina, io andrei nell’urna non sapendo chi votare. Non saprei chi votare, non voglio votare per partito preso. Vorrei votare qualcuno che faccia qualcosa per il Paese, non qualcuno che critica ciò che fanno gli altri. E’ finito il tempo dell’offesa agli altri”.

Sulle primarie del Partito Democratico: “Se fossi uno del Pd vorrei andare a votare uno che mi propone qualcosa, non chi critica meglio gli altri candidati. Io voterei Emiliano, però ti prego Michele, non puoi dire che il tuo concorrente Orlando è in una situazione di conflitto d’interessi perché fa il ministro della Giustizia. Il ministro della Giustizia non ha poteri disciplinari o di coercizione sull’autorità giudiziaria. Se c’è uno in conflitto d’interessi semmai è proprio Emiliano, perché è ancora magistrato, anche se in aspettativa, e vuole fare addirittura il segretario di un partito. O fai il prete o fai il sacrestano, facciamo a capirci. Io penso che se un magistrato voglia fare politica deve dimettersi, non deve avere la possibilità di tornare indietro”