Grandi novità a Scampia, luogo quasi metafisico che letteratura e cinema ci hanno fatto scoprire negli anni. Si parla di abbattimento delle famose Vele e di una grande operazione di riqualificazione del territorio. Ai nostri ascoltatori lo racconta in esclusiva Carmine Piscopo, assessore all’urbanistica del Comune di Napoli, che è intervenuto ai microfoni della trasmissione “Ho scelto Cusano”, condotta da Gianluca Fabi e Livia Ventimiglia. Ecco cosa ha detto Piscopo in diretta su Radio Cusano Campus, emittente dell’università Niccolò Cusano.

Scampia come le periferie della Spagna? le Vele per sempre abbattute? Fa il punto della situazione Carmine Piscopo, assessore all’urbanistica del Comune di Napoli. Ecco i passaggi chiave della sua intervista su Radio Cusano Campus:

Sull’abbbattimento e riqualificazione vele di Scampia: “Questo progetto è la dimostrazione che se il governo è vicino alle amministrazioni si possono avviare dei processi concreti per fare queste cose. Questa decisione l’abbiamo presa insieme agli abitanti di Scampia, anche se non sono mancate le critiche da parte di qualche intellettuale. Scampia è cambiata notevolmente negli ultimi tempi. Ci sono ovviamente delle criticità ma queste criticità sono state spesso raccontate con esagerazione. Il più grande esempio di volontariato dopo il terremoto che ha colpito il centro Italia è stato Scampia. Scampia va raccontata per quella che è, una narrazione unidirezionale, completamente oscura, non appartiene a questo quartiere”.

Circa il rifare lo stadio San Paolo: “Oggi non ne parliamo, è una giornata cruciale per la città di Napoli e per i napoletani a livello sportivo. Ne parliamo domani”

Sul quartiere Corviale a Roma: “Non posso dare consigli all’assessore all’urbanistica di Roma. Non c’è dubbio che anche quella zona andrebbe riqualificata, dobbiamo uscire dalla retorica dell’ architettura megalitica, dell’illusione del grande edificio collettivo. Purtroppo questi esempi in Italia sono stati progettati male e dunque hanno presentato subito una serie di carenze. Oggi dobbiamo aprirci al cambiamento e costruire città contemporanee”.

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