Raffaele Sollecito non ci sta. Il fatto che gli abbiano negato il risarcimento per ingiusta detenzione non gli va giù. E intervenendo su Radio Cusano Campus nel corso di ECG, il format condotto da Roberto Arduini e Andrea Di Ciancio, annuncia: “Abbiamo già presentato ricorso, anche se per avere una risposta ci vorrà qualche mese”.
RAFFAELE SOLLECITO: “VOGLIO GIUSTIZIA”. ASCOLTA L’INTERVISTA INTEGRALE
Raffaele Sollecito soffre ancora del fatto che la Corte d’Appello di Firenze abbia rigettato al sua richiesta di risarcimento per ingiusta detenzione: “Non sto bene. Visto tutto quello che ho passato durante tutti questi anni, per me è davvero una vergogna quanto accaduto. Abbiamo fatto ricorso davanti a una sentenza che è totalmente scritta in chiave accusatoria, una sentenza che di fatto è una nuova condanna, che non tiene conto di quanto emerso precedentemente in tutti i processi che hanno riguardato il mio caso. Io ho fatto 4 anni di prigione, 3 anni e mezzo di carcere di massima sicurezza e altri praticamente sei anni di ingiustizie e in pratica sono rimasto in un limbo, in una specie di prigione agli arresti domiciliari, perché di fatto sia i magistrati che le persone hanno continuato a guardare di sott’occhio e a commentare tutto quello che faccio o che dico, tanto è vero che per una vera e propria vita devo dare conto agli altri, a chi ha pregiudizi e a tutti quelli che hanno visto di me un’immagine che in realtà non esiste”.
Secondo Raffaele Sollecito le persone non hanno ancora capito che lui è innocente: “Il popolo continua a trattarmi da colpevole, ma questo soprattutto perché l’immagine di me, fin dall’inizio, era questa, quella di un colpevole. Parlavano di me come un ragazzo di ghiaccio, come il diavolo che baciava Amanda fuori dalla villetta dove era avvenuto il crimine, in modo totalmente incurante di tutto e addirittura che pensava soltanto alle passioni. Però la realtà è ben diversa, più volte ho cercato di parlare e far capire che Amanda la conoscevo da cinque giorni e che cercavo solo di confortarla, perché la sua famiglia era a migliaia di chilometri di distanza. Ma questo non importa, perché tanto i media continuano a parlare di fatti pruriginosi e a distorcere la realtà e basta un servizio televisivo per influenzare le svariate milioni di persone che sono all’ascolto. La gente del processo, di quello che è accaduto nelle udienze, sa ben poco, ha altro a cui pensare. Preferisce avere la pappa pronta del tg dell’ora di pranzo. La mia così diventa una battaglia contro i mulini a vento”.
Sul ricorso per la richiesta di risarcimento: “Non so quando arriverà una risposta, ma ci vorrà almeno qualche mese, c’è sicuramente da aspettare”.
Secondo Raffale Sollecito gli è stato fatto pagare anche il fatto di essere un bel ragazzo, fidanzato con una bella ragazza. Insomma, ha scontato anche un quoziente invidia nei suoi confronti: “Sicuramente c’è stato anche questo, i media hanno raccontato un’immagine di me che non corrisponde minimamente alla realtà. Un’immagine totalmente disancorata da qualsiasi verità. E infatti nessuno dei giornalisti che ha parlato di me in quel periodo mi conosceva”.
Su Amanda: “L’ho rivista quando sono stato negli Stati Uniti, ma non la sento da un po’. Queste per me sono questioni secondarie”.
Sul suo lavoro: “Sono un ingegnere informatico, ho la mia azienda, sto collaborando con una azienda di Parma. Poi abbiamo fatto un progetto per la commemorazione a distanza per le persone care che sono sepolte a distanza, un progetto che sta andando avanti per un’altra via”.
Sulla sua fiducia nella giustizia Raffaele Sollecito dichiara: “La cosa disarmante, triste, è che è rimasto tutto come prima. Quello che è successo a me può succedere a chiunque. Come trattano me trattano molti altri, chi decide della vita altrui, se sbaglia, se prende delle strade tortuose dove non esistono delle prove, ma soltanto supposizioni, comunque viene esaltato, comunque le indagini vanno avanti, comunque la gente va in carcere e chi sbaglia non paga mai. Sostanzialmente su questo non è cambiato nulla”.
Sui programmi che parlano di cronaca nera: “Sinceramente li critico, il problema non è parlare di cronaca nera, ma di come ne parla. Se uno parla della vita privata altrui sbaglia, non si sta parlando di starlette, di gente che è diventata un personaggio pubblico perché lo ha voluto, ma di persone che vivono una tragedia molto pesante e molto forte e non c’è nessun motivo per cui qualcuno dovrebbe andare a parlare della vita privata altrui, considerando che ci sono persone che soffrono e che ci sono processi in corso. E’ ingiusto parlare della vita privata altrui. Così si distruggono persone e famiglie intere ancor prima che la giustizia emetta un verdetto definitivo solo per andare ad esercitare questo prurito di gossip che poi non porta assolutamente a nulla. Stati più lungimiranti del nostro impediscono queste cose quando si tratta di questioni così serie e delicate”.
Egomania,greed and thirst for promotion reigns throughout the so called “justice system” and foils any reprieve to those egregiously harmed by the mistakes or misdeeds of the people whose job it is to dispense justice.
Italy should be ashamed for the torture they put their own young and innocent man through. They pay nothing because they wish to hide the facts of police misconduct and prosecution misconduct and judicial misconduct. They wish to hide it behind a comforting kiss. Shame on you Italy. Admit your mistakes and fix them so they cant happen so easily to other innocents who happen to come across a crazy prosecutor and judges who wish to cover up his errors. A thousand wrongs and they wish to speak about a kiss? They force the family to spend millions on defense and a young man to lose years and they pay nothing? Shameful!!!
Civilization and individual societies advance because some of the individuals within these societies learn from their predecessors what has required lifetimes of effort from many individuals to accumulate.
Individuals do not necessarily know much of anything at all; some of us think and learn, but some of us function with minds similar to those who lived in ancient times.
Everybody who believes that civilization should progress toward some enlightened ideal has an obligation to do what they need to do to improve themselves, but we know that not everybody does this.
Knowing that some people, figuratively speaking, “live in the dark ages,” we cannot expect everybody to behave as a worthy judge, a critical thinker, or even as someone who understands modern ethical principals. When a society supports dissemination of potentially inflammatory information, by the press, of information that requires these traits, we can reasonably expect that such will prove detrimental to those who need understanding and a fair judgment. Yes, the courts have their failures, but the power of the press can magnify these failures, to create a double punishment, or worse.
I find the story of Raffaele and Amanda especially terrifying because I do not believe that many people in their situation — including myself — would have been able to be exonerated. Many people simply cannot afford an adequate defense and endure prison or face execution because the system will not allow them a fair chance to demonstrate their innocence; I have known a few people who have endured such things in America. I myself was a “person of interest” in a horrible crime and had the actual perpetrator not been brought to justice, I have grave doubts that I would receive justice.
I cannot claim immunity from hasty judgment, harsh judgment, or false judgment. I can attempt to make amends and to improve for my own wrongdoings; I cannot know of a shortfall and in good faith not make a good-faith effort to improve. We owe Raffaele and Amanda a debt of gratitude because although it isn’t easy to admit our faults when we have wronged another, they are showing many of us how to perpetuate what is good in society and to advance our civilization.