E’ passata appena una settimana dal brindisi in Campidoglio tra il sindaco Raggi e il direttore generale giallorosso Baldissoni per l’accordo raggiunto sul nuovo progetto dello stadio della Roma; e spunta già la prima grana, il primo intoppo verso la posa della prima pietra. La Regione Lazio, prima nettamente favorevole all’impianto (nella foto a sinistra: la stretta di mano tra Zingaretti e Pallotta), ha detto stop alla richiesta di proroga della Conferenza dei servizi. Il perché ha provato a spiegarlo l’assessore regionale ai trasporti Michele Civita dicendo: “Esiste una procedura che il Comune di Roma ha avviato a seguito dell’accordo che conosciamo, per verificare l’interesse pubblico sul progetto definitivo. Auspichiamo che entro la fine di marzo ci sia una chiusura e un orientamento certo con atti su cui tutte le amministrazioni faranno le valutazioni. La Regione ha espresso un parere di dissenso costruttivo: su questo parere mancano sia la procedura di vincolo che il quadro programmatico, cioè la variante urbanistica. Il nostro dissenso costruttivo è stato basato su questi aspetti, la proroga non è stata concessa perché non ci sono fondamenti normativi. E comunque non c’è nessun nuovo progetto”. Politichese? La solita burocrazia italiana? Cavilli o “febbre da cavillo” tanto per mutuare il titolo di un famoso film con Proietti e Montesano girato a Tor di Valle? La verità è una soltanto: è ripartita la giostra dei giochetti politici tra parti avverse: centrosinistra al governo della Regione Lazio da un lato, Movimento 5 Stelle alla guida del Campidoglio dall’altra. Speriamo che certi giochetti finiscano presto e possano cominciare quanto prima i lavori per la costruzione dello stadio della AS Roma.
E adesso cosa succederà? Proviamo a spiegare meglio e a capirne di più. Entro il 30 di questo mese il Campidoglio, che tramite una lettera di Virginia Raggi aveva appoggiato la richiesta di Eurnova di sospensione della Conferenza dei servizi, dovrà produrre tutti gli atti, cioè delibera e variante urbanistica che la Regione Lazio si aspetta; a quel punto, il 5 aprile, ovvero la data di scadenza che si è data la Regione stessa, ci saranno tutti i passaggi formali per ridefinire la questione legata al nuovo progetto. In realtà, la proroga non è stata accordata perché già concessa in precedenza. Ma noi sapevamo che per legge la proroga può essere chiesta due volte, purché non sia la stessa parte in causa ad avanzare la richiesta. E visto che la prima l’aveva richiesta il Comune, stavolta l’istanza è arrivata dai proponenti, cioè dalla Roma e dal costruttore Parnasi. Un vero e proprio dedalo con trabocchetto all’italiana. Peraltro, tra coloro che hanno votato parere negativo alla nuova proroga c’è anche il tecnico del Campidoglio presente in Conferenza, che ha così sconfessato il suo sindaco. Quindi, non sbagliamo quando scriviamo di irritante giostra dei giochetti politici tra parti avversarie: centrosinistra alla Regione, M5S al Comune. Fino a quando i pentastellati erano divisi sullo stadio, la Regione criticava gli stessi; ora che c’è l’intesa è la Regione a fare i capricci. Ma siamo in Italia no? E allora di cosa ci meravigliamo?
L’intervento di Zingaretti. A chiarire meglio i complicati passaggi è stato il presidente della Regione Nicola Zingaretti in persona: “Gli uffici non hanno potuto che prendere atto dell’orientamento esplicitato in sede di Conferenza dei servizi dal rappresentante unico di Roma Capitale, come del resto da quello della Città Metropolitana, che non hanno fatto propria la richiesta di sospensiva e confermato invece come definitivo il parere negativo di Roma Capitale sul progetto. Orientamento in pieno contrasto con la comunicazione ricevuta ieri da parte del Sindaco di Roma. Ora fino al 30 marzo ci sarà tempo per far pervenire alla Direzione competente atti, decisioni formali e delibere fino ad ora annunciate solo a mezzo stampa. Anche in attesa di questi nuovi atti la Regione Lazio ha differito il termine della propria determinazione al 5 aprile”. Chi ci capisce è bravo.
Le reazioni dal Colle. Il capogruppo del M5S in Campidoglio Paolo Ferrara ha precisato: “Mi sembra che ci siano ancora tutti i tempi. Il Comune il lavoro che doveva fare lo ha fatto e anche bene, ognuno si prende le sue responsabilità. Ora aspettiamo che l’iter si concluda in modo favorevole. Non credo che metta a rischio il progetto, credo che la Regione e tutti gli attori in campo possano considerare che è un’idea per cui vale la pena andare avanti”. Magari tra una settimana la giostra dei giochetti politici si arricchirà di un nuovo irritante capitolo burocratico.