Con il ritorno del bel tempo e l’approssimarsi della primavera, riparte l’attività organizzativa per quelle che una volta venivano definite gite di istruzione. La cronaca degli ultimi anni ci ha portato ad apprendere di incidenti talvolta gravissimi e con numerose e giovanissime vittime, per lo più dovuti alla scarsa manutenzione dei mezzi di trasporto, dai pneumatici lisci alle cinture di sicurezza fuori norma, fino ad arrivare alle condizioni fisiche dei conducenti, troppo spesso sottoposti a turni di guida ben più lunghi e logoranti di quelli previsti secondo la legge.
Per arginare questa serie di criticità e mantenere inalterato il valore educativo ed esperienziale di una gita scolastica, anche quest’anno si è rinnovata la collaborazione tra MIUR e Polizia Stradale nell’ambito del progetto “Gite scolastiche in sicurezza”. Ai microfoni di Radio Cusano campus è intervenuto il Direttore del servizio Polizia Stradale del Ministero dell’Interno Giuseppe Bisogno:
“La richiesta di intervento della Polizia Stradale non è obbligatoria, ma si intende come un servizio a disposizione delle scuole. Le istituzioni scolastiche potranno segnalare alla Polizia Stradale i loro viaggi o programmare controlli lungo l’itinerario, che saranno effettuati a campione, inviando richiesta scritta tramite modulo preposto. Inoltre, le scuole potranno richiedere, prima della partenza l’intervento della Sezione polizia Stradale della provincia di appartenenza per un controllo del mezzo di trasporto e per la verifica dell’idoneità del veicolo e del conducente”.
Direttore, quali sono state le maggiori violazioni riscontrate durante l’arco dello scorso anno scolastico in tema di sicurezza della gite scolastiche?
“Nel 2016 la Polizia Stradale ha impiegato 10.615 pattuglie per il controllo di 15.546 autobus (di cui 10.126 su richiesta delle scuole), pari al 15% circa del parco veicolare in Italia, rilevando irregolarità su 2.549 veicoli (1.287 di quelli controllati su richiesta delle scuole). Le principali violazioni accertate hanno riguardato irregolarità documentali (2.117 violazioni); inefficienza dei dispositivi di equipaggiamento quali, ad esempio, pneumatici lisci, cinture di sicurezza guaste, fari rotti ecc. (624 violazioni); mancato rispetto dei tempi di guida e di riposo (449 violazioni); eccesso di velocità (262 violazioni); carte di circolazione ritirate (68); patenti di guida ritirate (46) e omessa revisione (36)”.
Lo scorso anno ci fu polemica attorno a quella circolare del MIUR dove sembrava che dirigenti e docenti accompagnatori dovessero occuparsi del controllo tecnico dei bus utilizzati per le gite e verificare l’idoneità alla guida dei conducenti. Dove iniziano e dove finiscono le responsabilità di presidi e professori?
“Io dico sempre che bisognerebbe comportarsi col buon senso che metterebbe un padre di famiglia con i suoi figli. Noi forniamo consigli utili e indicazioni preziose circa alcuni dettagli da non farsi sfuggire per verificare il buono stato di un bus o l’idoneità alla guida di un conducente. Se un professore nota pneumatici lisci o apprende che l’autista guida da 6 ore continuative deve segnalare il tutto alla Polizia Stradale, questa è la responsabilità principale”.