Dopo l’ex consigliere per la sicurezza Micheal Flynn, anche il procuratore generale americano Jeff Sessions finisce nell’occhio del ciclone per contatti con la Russia durante la campagna elettorale.

Dopo una giornata di dure critiche e pressioni, Sessions ha deciso di rinunciare a occuparsi personalmente e prendere decisioni in relazione all’indagine sulle interferenze russe nella campagna elettorale americana. Sessions ha annunciato la decisione dopo un incontro con i membri più anziani del ministero della Giustizia americano. Ha poi ribadito che le sue conversazioni con l’ambasciatore russo Sergey Kislyak non hanno mai trattato della campagna presidenziale e che non voleva ingannare il Senato quando disse, durante le audizioni per confermare la sua nomina, di non aver avuto nessun contatto con i russi durante la campagna elettorale.

“Una totale caccia alle streghe”: così il presidente americano Donald Trump ha definito le accuse all’attorney general Jeff Sessions. “Sessions è un uomo onesto. Non ha fatto nulla di sbagliato. Avrebbe potuto rispondere in modo più accurato ma è chiaramente non intenzionale”, sostiene il tycoon in una nota accusando i democratici di “esagerare”.