Lo psicologo, questo sconosciuto! Anni e anni di studio per sentirsi dire che gli unici da dover curare sono i pazzi. E chi stabilisce chi è folle, rispetto ad un sano di mente? E i litigiosi? Gli insoddisfatti? Le negatività – che ci tocca digerire – come gestirle? Meglio parlarne con un’amica fidata, che due secondi dopo giudicherà senza pudore, e farà sapere a tutti dando informazioni al contrario, che con un esperto. Questo l’atteggiamento medievale diffuso mediante il quale gli individui si relazionano con gli esperti della mente. Eppure chiedere all’universo di stare bene è cosa ben diversa dall’essere tarlati, o troppo sopra le righe. Il benessere è uno stato emotivo che esula dall’avere particolari patologie. Si può essere semplicemente immaturi, o ingenui, nella relazione che si ha con l’esterno, non obbligatoriamente matti! “Giulia è una ragazza del primo che ha difficoltà ad inserirsi nel nuovo contesto scolastico, e che riesco ad aiutare indirettamente, lei non parla con nessuno, ma attraverso l’insegnante e la compagna di banco, che è l’unica con cui Giulia parla” dice Patrizia Mattioli, psicoterapeuta, psicologa e consulente nella scuola superiore.
“E’ una figura centrale che spero venga riconosciuta anche a livello istituzionale e di diritto nella scuola. Sono tante le situazioni in cui si perde reciprocità nella comunicazione, tra insegnanti o insegnanti – genitori, dove conosciamo episodi di forti contrasti. La relazione genitori – scuola è la più contraddittoria delle relazioni oggi”, aggiunge Mattioli durante l’intervista rilasciata a #genitorisidiventa a proposito di “Uno psicologo a scuola”, ultimo lavoro con cui pone l’accento sulla funzione di una figura professionale bistrattata. “Attraverso il racconto della mia ventennale esperienza attesto cosa fa lo psicologo, il lavoro dietro le quinte che possa arrivare a qualcuno in grado di istituzionalizzare la figura. L’idea che lo psicologo si occupi di psicopatologie è un’idea generale, a monte va fatta un’informazione migliore sul lavoro dello psicologo”, si è congedata così dai microfoni di Radio Cusano Campus. Più benessere, meno superficialità. La felicità è uno stato mentale.
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