Negli ultimi 80 anni la musica in Italia non è stata soltanto colonna sonora della nostra vita, della trasformazione del costume ma spesso fondamentale veicolo di mutamenti sociali. La musica ha interessato valori morali, commerciali, industriali, ha stimolato strumenti di emancipazione e protesta politica, ha alimentato la diffusione di sintomi ed effetti del disagio come alcol e stupefacenti. Tutto ciò ha innescato l’esigenza di sorvegliare questi fenomeni: così l’Intelligence ha fatto ingresso nel mondo delle canzoni, un settore in cui già convivevano realtà apparentemente estranee come l’industria delle armi e la criminalità organizzata.
Il libro di Michele Bovi, Note Segrete. Eroi, spie e banditi della musica italiana (Graphofell Edizioni) ci racconta, attraverso testimonianze e documenti esclusivi, una serie di queste sconcertanti connessioni. Bovi, intervenuto su Radio Cusano Campus al microfono di Misa Urbano, ha raccontato come gli artisti fossero spesso coinvolti, in quanto motori della musica, nelle trame di personaggi legati alla criminalità organizzata tanto in Italia quanto all’estero. “Fin dall’inizio del secolo scorso possiamo raccontare dei rapporti tra la musica e il crimine. Enrico Caruso negli USA fu prima taglieggiato e poi divenne amico di alcuni boss della magia italo-americana. Da qui arriviamo fino ai giorni nostri. Possiamo ricordare come Franco Califano amasse circondarsi da personaggi di spicco della malavita. La copertina del suo disco più famoso ad esempio lo vede ritratto insieme al figlio del boss Francis Turatello”.
Se i delinquenti sono attratti dagli artisti e grazie alla musica si ritagliano uno spazio in cui essere “teneri”, perché gli artisti alla fine non disdegnano di circondarsi di questi personaggi?
“Le testimonianze di artisti e musicisti ci dicono ad esempio che da sempre, quando si recano negli Stati Uniti, le tournée sono organizzate dalle comunità degli italo-americani. E queste comunità sono gestite da personaggi legati a Cosa Nostra, come le famiglie Gambino e Genovese. Fausto Leali ha raccontato come anche quattro anni fa, nella sua ultima tournée, trovò a gestire la comunità e il suo viaggio un discendente della famiglia Genovese”.
Note Segrete. Eroi, spie e banditi della musica italiana racconta non solo il rapporto degli artisti con la criminalità organizzata ma anche quello con i servizi di intelligence. Il libro di Michele Bovi dunque, con testimonianze e fotografie inedite, permette di scoprire quanto si nasconde dietro la musica che amiamo.
Qui trovi l’intervista completa a Michele Bovi