Marine Le Pen sfida i giudici. Convocata per un interrogatorio previsto per mercoledì scorso nel quadro dell’inchiesta sugli incarichi fittizi dei suoi assistenti parlamentari a Strasburgo, la presidente del Front National, candidata alle presidenziali, ha risposto con una lettera di rifiuto.

L’Europa l’accusa di aver usato 340mila euro di fondi pubblici per impieghi fittizi a suoi collaboratori, ma Le Pen ha dichiarato che non si recherà ad alcuna convocazione di polizia o giudici fino alla conclusione delle elezioni francesi dell’11 e 18 giugno.

Rifiutandosi di presentarsi presso gli uffici della polizia anti-corruzione, la leader del Front National non rischia granché: è protetta dall’immunità come parlamentare europea e quindi non può essere oggetto di misure coercitive da parte delle autorità. La stessa cosa non vale per i suoi due assistenti, Griset e Légier.

Se i giudici vogliono comunque interrogare la Le Pen, nota la stampa francese, l’unica opzione sarebbe la richiesta formale di revoca dell’immunità parlamentare, una procedura che potrebbe prendere diverso tempo e dall’esito incerto.